
Il ministro nomina il sindaco di Rio dell’Elba Marco Corsini alla presidenza. Giani e Falchi indignati: "Irrispettoso, chiederemo spiegazioni".
di Sandra Nistri
FIRENZE
Una procedura anomala. Anzi un atto miserabile. Non si sono risparmiati il governatore Eugenio Giani e il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi nel commentare la mancata riconferma come presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia del professor Tomaso Montanari. Al cui posto è stato designato l’avvocato Marco Corsini, sindaco di Rio dell’Elba, ex assessore della giunta Alemanno. La nomina del presidente viene effettuata dal ministro della Cultura d’intesa con la Regione e il Comune: "Con assoluta convinzione – ha spiegato Giani – ho formalmente espresso il mio apprezzamento per l’indicazione di Montanari a presidente della Fondazione. Ieri (lunedì ndr) però ho ricevuto la lettera della capo gabinetto del Ministero Valentina Gemignani che indicava come nuovo presidente l’avvocato Corsini. Una doccia fredda, la comunicazione è arrivata senza alcun rispetto per il percorso di concertazione e senza alcun contatto o segnale. Per me il presidente è e rimane Montanari: scriverò al ministro Giuli chiedendo un incontro fra i soci della Fondazione che possa concludersi con la conferma di Montanari alla presidenza".
Durissimo anche il primo cittadino sestese Lorenzo Falchi: "Si tratta di un atto miserabile – ha commentato – che arriva senza alcuna spiegazione. Nel curriculum dell’avvocato Corsini figurano numerosi incarichi, nessuno dei quali pertinente con la presidenza di un’associazione artistica o culturale. Mi impegno a chiedere spiegazioni al ministro delle ragioni che sembrano purtroppo rispondere a logiche di occupazione di spazi e incarichi istituzionali, anche a titolo gratuito come quella della presidenza della Fondazione Museo Ginori".
Presente ieri in collegamento dall’Università per stranieri di Siena anche lo stesso Montanari: "Tutti attendiamo di conoscere i motivi – ha sottolineato– , soprattutto in ragione degli impegnativi lavori di restauro e allestimento del museo che ne stanno preparando la riapertura". Intanto dopo la vera e propria ‘bomba’ caduta sul futuro della Fondazione le reazioni sono molte. Il segretario generale della Cgil Bernardo Marasco, ad esempio, giudica "grave e incomprensibile" la mancata riconferma di Montanari: "Rischiamo di perdere una grande occasione di rilancio del museo - dice - e del suo valore storico di relazione con il territorio".
"Il Museo è la nostra storia, non il balocco della destra e del ministro Giuli. Il Governo dia spiegazioni" tuonano, invece, Diana Kapo e Irene Falchini di Sinistra Italiana. "Un atto inaccettabile e un metodo inqualificabile, che contraddice lo spirito di collaborazione necessario per la gestione della Fondazione Ginori, confermando l’approccio di questa destra al governo", è il commento del segretario Pd di Sesto Lorenzo Zambini. Di "provvedimento arrivato dall’alto" parla anche l’onorevole Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra che annuncia un’interrogazione parlamentare "per conoscere quali competenze tecniche abbia il nuovo presidente".