
Carlo Cantini, Marco Bachi e Alessandro Nutini della Bandabardò
SESTO FIORENTINO (Firenze)Trentacinque anni di vita sfumati in pochi minuti. Cancellati da un fiume d’acqua. Era il 1989 infatti quando in via della Tonietta, stradina neppure troppo nota del centro di Sesto Fiorentino, nasceva il Parsifal, sala prove e studio di registrazione oltre che scuola di musica che, venerdì scorso è stato sommerso dal fango provocato dall’esondazione del torrente Rimaggio. Un ‘rigagnolo’ che fino a pochi giorni fa non incuteva certo paura. In tre decenni e più di esistenza il Parsifal è diventato un luogo frequentato e amato da musicisti molto noti, a livello nazionale, ma anche da gruppi amatoriali e giovani che coltivavano la speranza di sfondare nel mondo delle sette note. Qui hanno provato e inciso i loro dischi artisti come i Negrita, Max Gazzè, i Baustelle, i Marlene Kuntz, gli Almamegretta, Teresa De Sio, Anna Oxa, Vinicio Capossela.E di casa, letteralmente, erano Piero Pelù, la Bandabardò, Marco Masini e Irene Grandi ma l’elenco potrebbe continuare a lungo. Da molti di loro sono arrivati messaggi di vicinanza al Parsifal insieme a una solidarietà concreta come quella dei componenti della Bandabardò che, deposti gli strumenti musicali, hanno passato ore e ore a spalare il fango. Da amici del Parsifal è poi partita una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe che, ieri pomeriggio, sfiorava quota 450 donazioni con circa 20mila euro raccolti. Una base importante da cui ripartire: "Non possiamo che ringraziare tutti per il sostegno – dice infatti Carlo Barducci, da sempre anima del Parsifal – in questi giorni sono venute ad aiutarci decine di persone, anche tanti che non conoscevamo. Grazie a loro siamo riusciti a buttare fuori l’acqua e a spalare il fango. La cosa che ci fa andare avanti è aver visto tutto questo affetto, vuol dire che la musica è un elemento che ci lega e che quella del Parsifal è una grande famiglia". I danni sono evidenti: "Siamo riusciti a recuperare parte degli strumenti – racconta con un filo di voce Barducci – ma l’impianto elettrico è andato. I costi più ingenti saranno però quelli legati ai box delle sale prove, i quattro al piano terra sono stati irrimediabilmente danneggiati. Al momento non possiamo fare una stima dei danni ma saranno molto alti. Ci vorrà tempo per riaprire, almeno un anno, ma ripartiremo".