di Michele Manzotti
Ha legato il suo nome a tante colonne sonore per cinema, teatro e televisione. Stavolta si è ritagliato uno spazio professionale tutto per sé. Paolo Vivaldi, compositore fiorentino di base a Roma, ha inciso in poco tempo ben due dischi di piano solo: Refractions (TeleCineSound Records) e più recentemente Drops (Aulicus Classics).
Come è nata l’intenzione di comporre questi brani?
"Il mio lavoro è quello di fare musica per immagini, un’attività che è basata sulla committenza. Io sono un compositore, a cui piace suonare (e dirigere) le proprie musiche. Le gocce, drops, sono le note sul pianoforte. Il mio stile guarda al minimalismo con l’obiettivo di suscitare emozioni. Adesso sto preparando un progetto discografico con orchestre importanti, con le quali avevo diretto alcune delle mie colonne sonore".
Riguardo a queste ultime, c’è qualcosa che le piace ricordare?
"Intanto il bel rapporto con Ennio Morricone: lui per ragioni di età rinunciò a una commissione. Quando seppe che ero stato scelto io, chiamò il regista dicendo che aveva fatto la scelta giusta. Proprio con Morricone osservavamo che attualmente manca una scuola: di diplomati in composizione (ricordo la mia insegnante Teresa Procaccini) siamo pochi e spesso si usano tastiere ed effettistica con risultati scarsi. Poi c’è stata la grande soddisfazione della nomina al David di Donatello per il film Non sono cattivo insieme a colleghi illustri".
Con Firenze ha rapporti professionali?
"Dovevo dirigere il concerto, poi saltato, di John Legend e Mariah Carey. In compenso ho insegnato alla Scuola di Musica di Fiesole in un corso voluto da Matteo Zetti sulla musica per immagini. Un’esperienza molto bella che spero di ripetere".