REDAZIONE FIRENZE

Delitto Olmatello. La musica poi le urla: così la festa è finita in omicidio

La ricostruzione del delitto dell’Olmatello fra testimonianze e indagini. Un vicino: "Ho sentito una voce maschile chiedere aiuto..."

Rilievi della Scientifica in via dell’Olmatello 10, teatro del feroce omicidio

Firenze, 28 luglio 2022 - Alle 19 circa di lunedì 25 luglio un vicino di casa di Jorge Boja Castillo, ferito a morte nella sua abitazione di via dell’Olmatello 10, sente provenire da quella casa i rumori di una festa, musica forte. Vede sangue in terra lì fuori, la vicina seduta davanti, l’arrivo dei sanitari del 118. Soprattutto sente distintamente "richieste di aiuto da parte di una voce maschile": forse gli ultimi disperati rantoli di vita di Jorge Borja Castillo, il 41enne badante peruviano ammazzato con fendente terribile alla spalla sinistra che ha provocato una ferita larga 3 centimetri e profonda 8. Il colpo ha reciso un’arteria importante, dissanguandolo. Ci vogliono una gran forza e odio per vibrare un colpo del genere.

Per l’omicidio è indagato – in stato di fermo – Josè Maria Parco Eguizabal, 21 anni, figliastro di Borja che conviveva in quella casa con la madre del ragazzo, Diana Pilar Guizabal Nino.

C’era già stato un diverbio forte due mesi fa circa tra Josè e il patrigno. Josè – fermato all’alba di martedì dopo una notte di interrogatori come ’persona informata dei fatti’ condotti dal pm Antonino Nastasi nelle stanze della Squadra Mobile – aveva già colpito il patrigno con una bottigliata al collo, due mesi fa circa. E’ riportato su un verbale della Polizia che data 9 maggio. I rapporti tra i due erano già tesi.

Il tardo pomeriggio sera di lunedì, giorno del delitto dopo una reunion familiare fino a quel momento tranquilla, festa chiassosa, musica ad alto volume e birra a fiumi, scoppia un litigio ’a più voci’, improvviso quanto violento. La madre di Josè indagato per omicidio, Diana Pilar Eguizabal Nino, convivente di Jorge Boja, riprende la figlia Fiorela del Pilar Parco Eguizabal: "Mandi troppi soldi a casa a tuo marito". Vive ancora in Perù coi loro 4 figli. Fiorela per troncare la discussione racconterà più tardi alla polizia di essersi cambiata d’abito e di essere uscita dalla casa. Il resto del suo racconto è quello che ha portato in carcere il fratello: "Mio fratello Josè mi ha raggiunta poco dopo e mi ha detto ’l’ho ammazzato, l’ho ammazzato, aiutami, dove vado, dove vado’. Io sul momento ho creduto che avesse ammazzato nostra madre. Sono tornata indietro e ho visto Jorge a terra, in casa, davanti alla porta. Mio fratello continuava a chiedermi aiuto, mi ha detto che era intervenuto per difendere nostra madre, Jorge le aveva messo le mani al collo...Io l’ho spinto, l’ho allontanato e colpito con un pugno. Gli ho detto sei cattivo".

Un altro testimone inchioda per il momento Josè Manuel. E’ un amico di Fiorela Pilar. Lunedì incontra per caso in zona Fiorela in lacrime: "Mi ha detto che il fratello aveva accoltellato Jorge Borja per uno schiaffo dato alla madre..".

Josè (ha preso la sua difesa l’avvocatessa Elisa Baldocci) nega tutto. Ha raccontato agli inquirenti: "Abbiamo pranzato insieme, mia madre, Jorge e mia sorella hanno bevuto molta birra. Io un solo bicchiere. Mia sorella è andata via alle 17, l’ho seguita, le ho chiesto di tornare a casa, è vero. Ma non le ho detto di aver achuchillado (accoltellato, ndc) Jorge. Mia madre e Jorge hanno cominciato a litigare per il cellulare di lei. Quando sono tornato indietro, a casa, ho visto Borja Castillo "che schizzava sangue, camminava, aveva un’andatura incerta. Poi è caduto. Mia madre urlava. Io ho provato ad aiutare Jorge, a tamponare la ferita sul petto che schizzava sangue...".

giovanni spano