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Nardella: sì terzo mandato "Pd, più idee che totonomi"

Il sindaco a Villa Vittoria: "Il fronte degli amministratori forte in Europa". E fa il bilancio politico: "Io uomo libero non devo dire grazie a nessuno".

Nardella: sì terzo mandato "Pd, più idee che totonomi"

La re-istituzione delle Province e il terzo mandato per i sindaci, il percorso del partito, ma anche la linea politica di Schlein. Sono solo alcuni degli argomenti affrontati da Dario Nardella durante la presentazione del suo libro. Ieri, a Villa Vittoria, ha risposto alle domande del vicedirettore de La Nazione, Luigi Caroppo, in un dialogo ricco di spunti che si è concentrato sulla politica, anche europea, senza risparmiare riferimenti alla linea del partito e al ruolo di Nardella al suo interno. Il sindaco ha analizzato il rapporto tra il Pd e Schlein, evidenziando la discrepanza tra i due turni elettorali delle primarie: "Schlein non deve essere attaccata per essere stata eletta nelle primarie aperte. È una regola dello statuto – dice –. Il tema andrà affrontato in futuro, ma non va usato per indebolirla". E consiglia di adottare un approccio costruttivo: "Indebolendola, ci autolesioniamo. Dobbiamo proporle temi, sfide e fare politica. Io scelgo di riconoscerla come leader e di dare il mio contributo, mantenendo la mia autonomia e la mia sensibilità. Non devono prevalere tatticismi. Voglio dare una mano, rimanendo l’uomo libero da interessi che sono stato durante questi anni".

Sulla strada che il Pd deve percorrere, il sindaco è chiaro. Oltre a non cadere in futili gossip politici, e tenere lontano le manovre di palazzo, vede tre fasi ben distinte che il partito deve intraprendere: "La prima è quella di lanciare le idee base. Una proposta programmatica su ambiente, la qualità della vita, le infrastrutture, il patrimonio, le famiglie".

La seconda fase per Nardella riguarda la definizione degli alleati: "Solo dopo aver capito cosa si vuole, si può dialogare. Solo dopo aver deciso la strada da prendere si può scegliere il compagno di viaggio. Dialogare al buio porta poco lontano". La terza fase riguarda la definizione delle regole per individuare i candidati nel partito: "Definire chi siano i più adatti per attuare il programma" conclude. Il sindaco, ribadendo il suo favore al terzo mandato per i sindaci ha parlato della possibilità di rilancio delle Province: "Credo che la riforma sia rimasta a metà. Nel 2014 fu votata la legge ma il referendum costituzionale di fatto non passò. Oggi assomigliano a delle Province ’monche’. Non hanno vera autonomia fiscale. Questo modello non funziona". E sull’elezione diretta è chiaro: "Deve essere coniugata con un ripensamento di assetti, strumenti, competenze". E a livello europeo, come scrive nel suo libro "La Città universale", auspica un fronte dei sindaci sempre più forte e trasversale.

Gabriele Manfrin