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“C’è chi vuole abolire il Natale? Sbagliato, serve dialogo e confronto”

Fiesole, le intenzioni dell’Istituto universitario europeo scatenano il dibattito

La Badia Fiesolana

Firenze, 24 ottobre 2023 – La vicenda dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, che vuole cambiare il nome al Natale in vista della tradizionale festa degli auguri di dicembre, scatena il dibattito. Interviene la politica.

Il caso: "Rinominiamo la festa per uguaglianza etnica”

“Ogni tanto – Gabriele Toccafondi di Italia Viva – qualcuno chiede di abolire il Natale, i segni cristiani, il crocifisso, perché si motiva: così si rispettano le varie osservanze religiose e culturali. Non è così. Non è eliminando la nostra storia, cultura, la nostra fede, ciò che ci distingue, che si crea rispetto. Non è togliendo o nascondendo che si crea dialogo ma dicendo chi siamo e ascoltando. Se a fare la proposta è un istituto universitario, come quello europeo di Fiesole, la cosa dispiace ancora di più. A Fiesole di questo passo dovrebbero oscurare tutte le finestre, perché a guardare vedrebbero campanili, chiese, cupole, croci che coerentemente per i censori della storia e della presenza attuale, dovrebbero essere nascoste per rispettare le diverse osservanze”. 

"Intanto  – il presidente di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano Francesco Torselli – vorrei dire al professor Dehousse che se con la sua uscita pensava di suscitare clamore, sorpresa e meraviglia, purtroppo in Toscana siamo da tempo abituati a rettori che, in cambio di qualche prima pagina, fanno a gara a chi la spara più grossa, arrivando perfino a negare gli eccidi avvenuti sul finire della seconda guerra mondiale ai danni degli italiani di Fiume, dell'Istria e della Venezia Giulia. Qualora invece il professor Dehousse fosse stato serio nella sua proposta di abolire il Natale, lo invitiamo a ripensarci, magari facendo un giro per i meravigliosi luoghi che ospitano l'Università che oggi è chiamato a dirigere: dalle colline di Fiesole, scendendo giù, fino a Firenze. Scoprirebbe così che tutta la meraviglia che lo circonda è intrisa di riferimenti profondi a quel cristianesimo che - si creda o meno - va da duemila anni a braccetto con la storia, la cultura, l'arte e l'architettura europee. Nella speranza di leggere quanto prima una nota in cui il professore corregge la sua infelice esternazione, non ci resta che ricordargli che duemila anni di radici cristiane, non si cancellano con una circolare. Esattamente come il Natale che, piaccia o meno all'illustre accademico, non potrà mai essere cambiato, modificato, declinato, abolito".-