La stazione Foster dell’Alta Velocità nel mirino della ‘ndrangheta calabrese, della ‘ndrina Piromalli di Gioia Tauro (Reggio Calabria), la cosca più grande e influente, 400 famiglie e migliaia di affiliati. Domenico Gallo, 64 anni, calabrese di Bovalino – gestore di fatto di numerose società fornitrici di conglomerati bituminosi e calcestruzzo e di noli a caldo o a freddo di mezzi di cantiere – voleva far nominare l’ingegner Giovanni Fiordaliso, 42 anni, di Reggio Calabria, funzionario di Anas (sospeso nel 2017) direttore dei lavori della Stazione progettata da Norman Foster. Nomina preparata a tavolino con l’ingegner Giampiero De Michelis (qui non coinvolto) definito il "primo pentito delle grandi opere".
La nomina avrebbe consentito alla mafia calabrese di mettere le mani su parte dei lavori per il nodo fiorentino dell’Alta Velocità. Fiordaliso sarebbe stato premiato con regali costosi, a lui e alla moglie e con il suo ingresso nella gestione di una società, la Oikodomos srl (grande mattatrice dell’alta velocità Genova-Milano) in modo da fargli percepire introiti maggiori rispetto a quelli che Fiordaliso percepiva da ‘semplice’ funzionario e dipendente pubblico.
La sconcertante rivelazione nelle carte della clamorosa inchiesta ‘Waterfront’ di pochi giorni fa: 63 misure cautelari, 75 indagati, tra cui 11 funzionari pubblici, più sequestri di beni su richiesta (1280 pagine) del procuratore capo di Reggio Calabria Bombardieri, dell’aggiunto Paci e del sostituto Gelso. Indagine su un sodalizio formato da imprenditori e funzionari pubblici articolato in cordate calabrese, romana, toscana, siciliana e campana. In caso di aggiudicazione degli appalti, i lavori venivano eseguiti – scrivono inquirenti e investigatori reggini – "in collaborazione" o "in via esclusiva" da Giorgio Morabito sotto la costante e occulta direzione del Gruppo Bagalà, facente capo a Francesco Bagalà (classe ‘77) e all’omonimo, più giovane Francesco Bagalà (classe ‘90), pure calabresi ai quali insieme a Morabito e a Giorgio Ottavio Barbieri viene contestato di aver agevolato gli interessi della cosca Piromalli di Gioia Tauro, l’articolazione più forte dell’universo ‘ndranghetista.
Il ‘capitolo fiorentino’ più nel dettaglio alla pagina 75 delle richieste. La promessa all’ingegner Fiordaliso ‘di assumere il ruolo di direttore per i lavori della stazione ferroviaria Norman Foster di Firenze’ collegata al fatto che ‘Domenico Gallo era interessato ad avere commesse per tali lavori insieme a De Michelis’. Fiordaliso nelle intenzioni del Cartello, o comunque di Gallo – riporta la procura – "aveva la caratteristica di ‘uomo nostro’, avrebbe permesso di ottenere ‘un accerchiamento su tutti i fronti’. E doveva essere "in grado di capire ‘il meccanismo da attuare’ e di ‘prendere gli impegni’. In un rapporto di asservimento nei confronti di Gallo (dapprima per appalti sulla Salerno-Reggio e altri). Fiordaliso lo ha favorito con atti contrari ai suoi doveri di pubblico ufficiale, facendogli ottenere gli affidamenti in cambio di ingenti vantaggi, a favore suo e della moglie: somme dissimulate come retribuzioni, una Mercedes. E appunto la promessa di fargli assumere il ruolo di direttore per i lavori della Foster. Gallo era interessato ad avere l’appalto. E voleva un direttore compiacente.
giovanni spano