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Volontarie nel magazzino del Centro Missionario Medicinali Odv
di Lisa CiardiFIRENZETonnellate di farmaci che, ogni anno, partono da Firenze per i luoghi più remoti del mondo. Oppure restano in città, per aiutare chi ha bisogno a due passi da noi. È l’attività salvavita del Centro Missionario Medicinali Odv, un’eccellenza nazionale costituita solo da volontari, fra semplici cittadini e addetti ai lavori (soprattutto farmacisti e medici). Nata nel 1977 in seno alla Diocesi, questa realtà ha oggi la sua sede a pochi metri dal Duomo, in spazi angusti dove i volontari si muovono ogni giorno fra scaffali stracolmi di scatole e blister. "L’attività che svolgiamo è continua – spiega Massimo Ghiribelli, presidente del Centro – ma le richieste aumentano e potremmo incrementare molto l’impegno se avessimo una sede più grande e più adatta a livello logistico. C’è un impegno del Comune in questo senso e speriamo che non tardi a concretizzarsi".
Nel frattempo, si va avanti senza sosta, tenendo conto degli scenari internazionali, fra guerre, carestie, confini bloccati e riaperti. "Attualmente le strutture aiutate con regolarità, solo nel Sud del mondo, sono oltre 170 – spiega ancora Ghiribelli -. La maggior parte in Africa (90 in Congo) ma anche in Asia e America Latina. Nel 2024 abbiamo raccolto circa 100 tonnellate di medicinali e, dopo un attento controllo e smistamento, ne abbiamo inviate oltre 30". Ma come funziona il Centro? I medicinali vengono lasciati dai cittadini in appositi box (diversi da quelli per i farmaci scaduti): al momento sono un centinaio, soprattutto a Firenze, Prato e Siena, ma anche a Genova e Perugia.
Il Banco Farmaceutico, la Fondazione Francesca Rava, l’8x100 della Chiesa fiorentina, il Progetto Agata Smeralda Odv, l’azienda Biodue e tanti privati sostengono il progetto, con contributi economici o materiale. Portati a Firenze, i medicinali vengono selezionati (e in parte scartati), per poi essere stoccati in scaffali. Infine, altri volontari (una settantina in tutto) riempiono le scatole in base alle richieste e si procede alla spedizione. "Quello che non arriva con raccolte e donazioni lo compriamo – spiega Ghiribelli – come accade per alcuni antibiotici, antinfiammatori, farmaci dermatologici, medicinali per malaria o tifo. Spendiamo circa 30mila euro l’anno, ai quali si aggiungono 50mila euro di corrieri".