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Nel fiume Marina. Argini rotti dalla piena. Ma dal ’99 mancano i soldi per i lavori

Tre settimane dopo, il disastro in un punto non ancora risanato. La rottura coincide con il muro di cinta di una villa del ’700. Il Consorzio: "Non era considerato fra gli interventi prioritari". .

Nel fiume Marina. Argini rotti dalla piena. Ma dal ’99 mancano i soldi per i lavori

Monta la polemica a Campi sulla gestione del Marina, uno dei quattro fiumi esondati nell’alluvione del 2 novembre (gli altri sono il Bisenzio, la Marinella e il Fosso Reale). Giusto il 23 ottobre, un post sulla pagina Facebook del Comune annunciava che "il Consorzio di Bonifica e il Genio Civile stanno svolgendo lavori per un totale di 3 milioni di euro utili alla riduzione del rischio idraulico sul torrente Marina. Questi interventi fanno parte di un complesso programma di adeguamento delle difese arginali del torrente Marina che negli ultimi anni ha realizzato lavori per un totale di 14 milioni di euro. Il territorio del Comune di Campi Bisenzio è in un delicato equilibrio con il sistema delle acque e pertanto la messa in sicurezza del nostro reticolo idraulico deve passare per opere di prevenzione e manutenzione e non attraverso interventi di emergenza, per questo si ringrazia la Regione Toscana per l’investimento".

Tre settimane dopo quel post il torrente ha rotto l’argine nella zona di Villa Montalvo, e oggi tra i commenti fioccano gli improperi. Tuttavia spiegano dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno che il tratto d’argine ad aver ceduto era tra quelli ancora non restaurati: "Che il Marina abbia bisogno di importanti rifacimenti arginali è cosa nota già almeno da un progetto del Consorzio di Bonifica del ’99, quando i costi furono stimati in 29 milioni di euro (stima che lieviterebbe se rivalutata all’inflazione). Il lavoro è stato suddiviso in lotti e via via che entrano risorse dalla fiscalità generale, ogni euro disponibile viene speso per procedere previlegiando i tratti più a rischio; ma le risorse non bastano per completare tutto il torrente in tempi brevi".

L’argine rotto, che coincide con "un muro del ‘700 di cinta della villa", pur essendo anch’esso da consolidare non era nell’agenda dei lavori più urgenti: si è dato priorità ad adeguare "il tratto a monte dell’autostrada e la cassa di espansione della Gora, che erano prioritari": i danni sarebbero insomma probabilmente stati ancora più ingenti senza questi ultimi due lotti restaurati.

Anche il Marinella ha fratturato l’argine a Capalle: l’argine era stato ispezionato dal Consorzio ai primi di ottobre in occasione delle ordinarie opere di sfalcio e pulizia delle sponde, nella cui occasione, se i tecnici rilevano fratture, tane, cedimenti, segnalano la necessità di una immediata riparazione, ma non erano emerse criticità particolari tanto che la rottura dell’argine è stata la conseguenza della tracimazione.

Rottura dell’argine anche per il Fosso Reale, ora riparato, poco a valle di San Piero a Ponti, dove a cedere, spiegano ancora dal Consorzio, è stato quello del canale centrale (canalizzazione delle acque alte); l’acqua si è riversata nel canale colatore destro (i colatori ricevono il sistema di acque basse dalla Piana) e da qui sono arrivate all’impianto dove sono state pompate senza esondare. L’acqua che ha alluvionato il borgo di San Piero a Ponti infatti non era conseguenza della rottura dell’argine del Fosso reale, ma sempre "conseguenza della rottura dell’argine della Marina a Villa di Montalvo: quell’argine è in riparazione a cura del Genio civile della Regione, perché è un tratto classificato come opera idraulica di seconda categoria quindi di loro diretta competenza".

Carlo Casini