Pallantiesame storico sul Manifesto europeista di Ventotene, scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, compiuto dalla Camera dei deputati nel Palazzo di Montecitorio in Roma, ha dato questi voti: 4 all’onorevole Meloni, 3 alle opposizioni di sinistra. Il voto bassissimo alla sinistra è dovuto al fatto che hanno voluto distribuire uno scritto di 84 anni fa nella piazza "Pro Europa" a Roma, rendendolo un documento discutibile politicamente in questi giorni. Non si sono accorti che i tre autori, nel carcere a cielo aperto di Ventotene, usavano parole di fuoco come "rivoluzione socialista" e "abolizione della proprietà privata", nell’anno in cui tramontava l’alleanza siglata nel 1939 fra Stalin e Hitler all’origine della Seconda guerra mondiale. Il 15 marzo 2025 soffiava sull’Europa un vento di crisi, ma che nulla aveva a che fare con le tragedie del 1941. La signora Meloni ha letto le parti metodologiche adottate dai tre autori del Manifesto, per arrivare all’unica frase storicamente importante. Una parola d’ordine valida allora come oggi: Stati Uniti d’Europa. Il dibattito a Montecitorio, in parole semplici, è la riprova della ignoranza, in senso etimologico, della storia da parte dei parlamentari italiani. L’Europa del secondo dopoguerra, prima come CECA, poi come Mercato comune, infine come Unione, è nata per l’intuizione e l’opera pratica di tre grandi democratici cristiani europei avversari di ogni dittatura: Robert Schumann, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi. Nati sul confine franco-tedesco i primi due e italo-austriaco il terzo, conoscevano i problemi dei confini nazionali e le guerra che da essi derivavano. Questi nomi non hanno riecheggiato nell’Aula di Montecitorio. E pensare che Alcide De Gasperi, morendo, scrisse in una lettera ad Amintore Fanfani, che sarebbe stata fondamentale la creazione della Commissione europea di difesa, passaggio decisivo per l’unità politica e l’indipendenza dell’Europa.
CronacaNessuno ha capito. Ventotene