Cristina Privitera
Torna la neve sul nostro Appennino, così come dovrebbe essere e come eravamo abituati da decenni. L’appuntamento con l’arrivo dell’inverno scoccava l’8 dicembre, quando poteva rimettersi in moto anche tutto il mondo dello sci. E quest’anno la tradizione è rispettata. Tra pochi giorni la ripartenza ci sarà. Subito aperti i campi scuola di Abetone - Val di Luce, in attesa di preparare le piste per il prossimo week end sperando in conferme positive dal meteo.
Le previsioni dicono neve e temperature basse: ma sarà davvero così? Quanto manto bianco porterà e quanto durerà il freddo, quello intenso e necessario a far entrare in azione se serve i cannoni? La montagna, si sa, è territorio fragile per definizione e negli ultimi anni il cambiamento climatico ha contribuito a infierire ancora di più su una economia già traballante. Inverni miti, scarse precipitazioni, improvvise oscillazioni delle temperature hanno reso spesso inefficace la costosa macchina dell’innevamento artificiale.
La speranza collettiva è che questa nuova stagione faccia dimenticare quella passata, la peggiore di sempre, un bagno di sangue, hanno detto senza mezzi termini gli operatori. Se la neve reggerà sarà un bene per tutti, ma l’offerta va comunque anche diversificata. Perché se la neve non c’è, diventa un imperativo riuscire anche a virare su progetti di valorizzazione che siano motivo di rinnovata attrazione perché la montagna resti viva. Trekking, ciaspolate (serve meno neve che per lo sci), eventi che valorizzino i prodotti gastronomici tradizionali a chilometro zero.
L’ambiente, gli scenari mozzafiato, l’ospitalità e l’esperienza di accoglienza consolidata sono i punti di forza sui quali si può contare, anche in inverni asciutti. Ma vanno sostenuti con decisione facendo una forte e convinta opera di promozione non solo a breve ma anche a lungo termine. I maestri del turismo bianco, in Dolomiti tanto per citare l’esempio più famoso, lo hanno capito da tempo: benissimo lo sci ma non solo quello. E copiare da chi sa fare bene non è una furbata, ma un titolo di merito.