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"Io, infermiera sulla Open Arms, salvando vite con Emergency" / NEWSLETTER

Caterina Volpi, 26 anni, fiorentina di Gavinana è ospite di Buongiorno Firenze, newsletter de La Nazione: "Grandi emozioni, anche per quelle ho sempre voluto lavorare nella cooperazione internazionale".

Caterina Volpi (al centro) col medico a bordo della nave

Caterina Volpi (al centro) col medico a bordo della nave

Firenze, 2 aprile 2021 - Il testo che segue apre Buongiorno Firenze,  newsletter che La Nazione invia ogni mattina agli iscritti alla sua community di lettori. Quotidianamente, Buongiorno Firenze individua un tema di cronaca e vita cittadina, di cui si parla: oggi, con Caterina Volpi, infermiera volontaria a bordo della nave Open Arms. Buongiorno Firenze tratta le principali notizie di cronaca, cultura, sport e offre suggrimenti su come scoprire e godersi la città      

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Caterina, angelo in mezzo al mare  di Leonardo Bartoletti 

I suoi anni sono meno delle vite che ha contribuito a salvare in questi giorni. Caterina Volpi di primavere ne ha appena 26. Ancora per qualche giorno è impegnata come infermiera a bordo della Open Arms, per conto di Emergency. Una missione che, sulla carta, dovrebbe essere di un mese. In pratica, poi, finché c’è da tirare a bordo uomini, donne e - soprattutto - bambini abbandonati dalle carrette del mare, «si rimane al largo». Giusto sabato scorso, Caterina Volpi (al centro, nella foto fra un medico e una persona soccorsa) ed il gruppo di persone a bordo della nave dell’Ong di bambini ne hanno recuperati quindici. Con le immagini che parlano da sole: Caterina sorridente come non lo era mai stata, il bambino che - pur ancora troppo piccolo - sembra ringraziare con gli occhi quelle persone che lo hanno regalato nuovamente alla vita

L'OSPITE   «L’emozione è stata grande - dice ora Caterina, fiorentina di Gavinana -. E’ anche per queste soddisfazioni che ho sempre voluto lavorare nella cooperazione internazionale».  Obiettivo perseguito con tenacia: prima il percorso di studi, poi il perfezionamento in Salute Globale all’Università di Brescia, quindi l’esperienza nel campo profughi di Moria, a Lesbo. Infine Emergency e la richiesta, non senza sorpresa, di partire per una missione con Open Arms. «Quando me lo hanno proposto non ci credevo - racconta ancora la giovane infermiera -, è sempre stato un sogno per me. Non nascondo di essere stata intimorita dalla responsabilità di essere l’unica infermiera a bordo, ma il target di persone sarebbe stato molto simile a quello che avevo già incontrato e mi sono rassicurata. Inoltre ho avuto la fortuna di collaborare con Chiara, dottoressa di lungo corso nell’ambito dell’emergenza». Le prime settimane a bordo sono trascorse tra esperienza ed esercitazioni, in attesa di quello che avrebbe aspettato l’intera squadra. «Attesa e tensione crescevano. Poi il primo salvataggio: 38 persone, di cui 15 bambini, la più piccola di soli 4 mesi. Il 29 marzo altri due salvataggi, uno con 84 persone ed il secondo con 97». Da quel momento, Caterina ed il gruppo Emergency non si sono più fermati: attività sanitarie, preparazione e distribuzione del cibo, gioco con i bambini. «Parlando con loro - racconta ancora Caterina - si scoprono le violenze che hanno sofferto... Clicca per continuare la lettura