CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

L'ultimo sfregio a Niccolò: "La gente ballava sul suo sangue"

Un testimone dell'omicidio di Niccolò Ciatti a Lloret de Mar: "Vi racconto la folle notte del pestaggio"

Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti

Firenze, 18 agosto 2017 - "La gente ha continuato a ballare sulla pozza di sangue dove 10 minuti prima si trovava Niccolò: è stato tremendo». Voce impastata dall’orrore e occhi sbarrati. G.A., fiorentino di 20 anni, la notte di sabato 12 agosto era distante una decina di metri dal punto dove Niccolò – che non conosceva – subiva il pestaggio mortale. Passava anche lui la serata al St.Trop’s di Lloret de Mar, dove era entrato pagando un biglietto da 25 euro con tre bevute incluse. "Prima di sferrargli quel colpo – ricorda – l’aggressore ha sollevato Niccolò e lo ha sbattuto a terra: è caduto battendo la testa. Perdeva sangue da bocca e orecchie".

Il giovane, che chiameremo Luca, ha scelto l’anonimato. Troppa la paura che il web e i social stilino il loro verdetto, bollandolo come "colpevole" per non essere intervenuto. Ma il peso di quello che ha visto al St. Trop’s è un’incudine d’angoscia che deve essere raccontata. Utile per chiarire, oltre al ruolo di Rassoul Bisultanov, il 24enne ceceno trattenuto in Spagna con l’accusa di omicidio volontario, il ruolo dei due compagni, Khabiboul Khabatov, 20 anni e Mosvar Magamadov di 26, scarcerati entrambi ma ancora indagati.

La certezza che emerge dal racconto: tutti e tre erano in cerca di rogne. "Mezz’ora prima dell’aggressione – racconta – uno di loro, alto con barba e polo rossa (Magamadov ndr), è salito al terzo piano del St.Trop’s dove si trova la terrazza e ha cacciato un urlo disumano facendoci girare tutti. Poi è sceso". Il ceceno, 10 minuti dopo, ha rifilato una spinta a un amico di Luca. "Abbiamo visto la scena – spiega – ma il mio amico non si è girato per evitare discussioni". L’escalation alcolica dei ceceni cresce fino alle 3 di notte e mezz’ora dopo arriva il contatto con Niccolò.

"La rissa – ricorda – era al piano terra, sulla pista. Si è creata una forte pressione verso l’esterno. Ero distante 10 metri ma la folla arretrava incollandomi alla parete". Muoversi o tentare di fare qualcosa per chi si trovava nelle retrovie era impossibile. "I tre si muovevano in squadra – dice – uno picchiava e gli altri due tenevano lontani a cazzotti chiunque si avvicinasse".

Una versione diversa rispetto a quella fornita dall’avvocato di Khabatov che vede come estraneo e anzi in ruolo di "paciere" il 20enne ceceno già scarcerato. Il resto della rissa è la sequenza choc mostrata nel video.

E i bodyguard? "Dentro ce ne erano almeno tre ma erano lontano". Gli aggressori usciranno poco dopo dal locale dandosi alla fuga sul lungomare. Ma quello che il 20enne non riesce a dimenticare è il dopo-aggressione. "È ripartita la musica e i dj incitavano la gente a ballare. Lo hanno fatto anche sul sangue di Niccolò".

La famiglia di Niccolò Ciatti alla veglia di preghiera a Scandicci (Fotocronache Germogli)
La famiglia di Niccolò Ciatti alla veglia di preghiera a Scandicci (Fotocronache Germogli)

Intanto la salma di Niccolò tornerà in Italia questa sera attorno alle 21, a Roma. Come annunciato dal sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, il Governo italiano ha deciso di farsi carico delle spese di viaggio della famiglia Ciatti, partita per Girona poche ore dopo la veglia organizzata dal parroco di Casellina in memoria del loro Nicco (nella foto di Germogli, la famiglia Ciatti alla veglia); a Barcellona ha trovato un clima surreale, con la città catalana scossa dall'attentato sulla Rambla. Sabato pomeriggio a Casellina ci sarà il funerale. E ci sarà tutta Scandicci a dargli un ultimo abbraccio.