MANUELA PLASTINA
Cronaca

No alla trasformazione dell’ex chiesa. Arriva lo stop della Soprintendenza

La cappella Medici-Tornaquinci può ospitare solo funzioni di pregio. Il sindaco: "Ora l’immobile è tutelato"

La cappella Medici-Tornaquinci, un tempo chiesa di San Jacopo a Celle, è molto amata dalla comunità di Grassina (FotocronacheGermogli)

La cappella Medici-Tornaquinci, un tempo chiesa di San Jacopo a Celle, è molto amata dalla comunità di Grassina (FotocronacheGermogli)

BAgno a Ripoli, 6 marzo 2025 – La soprintendenza tutela la cappella Medici-Tornaquinci, un tempo chiesa di San Jacopo a Celle. Sconsacrata nel 2004, di proprietà privata, è molto amata dalla gente di Grassina. In via Gobetti, nacque come luogo di culto per piccoli agglomerati agricoli, poi divenne cappella privata di ricche famiglie fiorentine che trascorrevano l’estate alle porte di Firenze.

Ne parlò anche Guido Carocci all’inizio del 1900 definendola "la chiesa d’un piccolo popolo sulla sinistra del torrente Grassina". Fu "soppressa perché priva di rendite e il popolo aggregato parte a San Michele a Tegolaia, parte a San Martino a Strada". La cappella ha subìto trasformazioni nei secoli e dalle varie proprietà: dapprima dei Peruzzi, poi dei Medici, poi dei Tornaquinci uniti per matrimonio proprio ai Medici. Fu questo connubio a destinare la cappella alle sepolture di alcuni membri della famiglia, databili tra il 1835 e il 1933.

Le salme sono state traslate soltanto alla fine del 2024 dopo il via libera del tribunale e alla presenza di proprietà, Misericordia e un sacerdote. Proprio il movimento di bare, aveva fatto temere ai residenti di zona che potesse essere trasformata in qualcosa di diverso.

Ma non può e non portrà essere così: il vincolo della soprintendenza impone che ospiti solo funzioni di pregio come previsto anche dai nuovi strumenti urbanistici: "una destinazione artistica o culturale in linea con la sua storia e il suo valore – il commento del sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Pignotti -. Per tanti anni ho abitato lì vicino e sapere che diventa ufficialmente un immobile tutelato grazie allo sforzo congiunto del Comune e della Soprintendenza, mi fa piacere anche per una questione affettiva, come dono per le generazioni future".