MARCO VICHI
Cronaca

Non ce la faceva a dirle la verità. E allora s’inventò un’altra storia

Friedrich si era convinto che non poteva raccontare a Elvira come erano andate esattamente le cose

VichiPerché si doveva uccidere senza un motivo, solo per obbedire a dei fogli scritti da chi se ne stava tranquillo tra quattro mura senza mai vedere una goccia di sangue, accidenti a loro…Friedrich continuava a inventare… e parlando tremava… Come faceva a dire la verità a quella ragazza… Non poteva, non poteva dirle com’erano andate le cose… Elvira era un po’ stordita, aveva sulle labbra un accenno di sorriso… Immaginava quella vicenda… soldati nemici che bevono insieme… Armando che sorrideva e faceva vedere la fotografa di sua moglie a un austriaco… “E dopo, la seconda volta che lo ha visto?” chiese, turbata, immaginando che poteva essere proprio quando Armando era rimasto ucciso. Allora Friedrich pensò di dirle qualcosa, non la verità ma qualcosa sulla morte del suo sposo… “Sì… stavo andando sulla neve… poi grande rumore, e io trovato in terra… sdraiato… svenuto… avere aperto occhi e vedere soldato italiano vicino me… anche lui caduto in terra… io visto che era Armando… era vivo, ma ferito… male, molto male… lui guardato me, salutare me… poi andato altro mondo… ma non soffrire, non soffrire… lui andato tranquillo… con occhi felici… io triste… dopo preso documenti… per non dimenticare nome, per avere indirizzo… trovato anche foto di voi, Elvira… e allora eccomi qua… volevo venire da voi… io ultimo a vedere vostro sposo…” “Ah…” disse Elvira, e scappò via per andare a piangere in camera sua, davanti alla foto di Armando. Quell’austriaco, quel ragazzo che aveva la stessa età di Armando, era stato l’ultimo a vederlo ancora vivo, a guardarlo negli occhi… e dunque… e dunque… nei suoi occhi era rimasto qualcosa di Armando… nei suoi occhi lei poteva vedere l’ultima luce di vita di Armando… Oddio, ma che cose assurde si metteva a pensare… Armando era morto da quattro anni… Lei aveva sofferto tutto quello che poteva soffrire… A poco a poco aveva ritrovato un po’ di leggerezza, aveva ricominciato a sorridere… Pensava sempre a Armando, aveva la sua fotografia sul comodino, andava a trovarlo al cimitero ogni settimana… Ci parlava, gli sorrideva… Aveva, come dire, messo in ordine il proprio dolore, aveva creato delle abitudini, aveva accolto quel vuoto incolmabile nella propria vita, nelle proprie giornate e nelle notti… ormai quell’assenza faceva parte di lei, di ogni suo gesto… Tutto doveva rimanere in quel modo, non doveva spostare nemmeno un virgola, altrimenti sarebbe crollata di nuovo… Andò in bagno e cercò di calmarsi, di ritrovare quell’equilibrio che si era costruita in quegli anni… Adesso aveva anche saputo che Armando se n’era andato senza soffrire, con lo sguardo felice… Friedrich si era rannicchiato accanto al cadavere dell’italiano, con le mani sugli occhi, e quando aveva rialzato il capo, il sole inondava di luce quella landa innevata e piena di alberi neri e spogli… sembrava di essere in un cimitero… Dopo un po’ aveva frugato nelle tasche dell’italiano, aveva trovato il portafogli, con dentro i documenti, e anche la fotografia di una bella ragazza bruna, con dietro scritto qualcosa che lui non poteva capire, ma il disegno di un cuore lo aveva capito bene… Era scoppiato di nuovo a piangere… Si era messo in tasca i documenti e la foto, giurando che dopo la guerra sarebbe andato in Italia…Voleva andare a trovare quella ragazza bruna, voleva raccontarle cos’era successo… Aveva preso la pistola nella fondina dell’italiano, e si era sparato un colpo nella gamba… Quel dolore era una punizione, ma anche il modo per farsi portare nell’infermeria delle retrovie… Sapeva anche che non voleva più combattere, che non voleva più uccidere nessuno… Poi avrebbe trovato il modo di non tornare più in prima linea, ce l’avrebbe messa tutta… Quando era tornato alla trincea, i suoi compagni gli avevano chiesto cosa fosse successo, e lui aveva detto di essere stato ferito e di essere riuscito a fuggire… La guarigione della gamba era stata lenta e faticosa, e poco dopo la guerra era finalmente finita… Tornarono tutti a casa… Ci furono molti mesi di difficoltà e di sofferenze, ma a poco a poco le cose si erano più o meno sistemate… Friedrich aveva cercato un libro per imparare l’italiano, studiando con impegno, e quando sua madre gli chiedeva come mai volesse imparare quella lingua, la lingua del nemico, lui rispondeva che era una lingua bellissima e che doveva assolutamente fare un breve viaggio in Italia, da solo…3-continua