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Non c’è più religione Pure le suore fanno causa

Il braccio di ferro fra il Comune di Gambassi e le religiose che gestiscono la Rsa Gino Incontri, quella dove esplose il Covid19, finisce davanti al Tar

Toccherà al Tar, il tribunale amministrativo regionale, stabilire chi ha ragione. Tra il Comune di Gambassi Terme e la congregazione Suore di carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, che gestiscono la Rsa Gino Incontri, è in atto un vero e proprio braccio di ferro. Il Comune ha ufficialmente dato mandato all’avvocato Giovanni Calugi di essere difeso rispetto alle pretese delle religiose.

Il contenzioso nasce a seguito del focolaio Covid19 scoppiato nella casa di riposo a inizio aprile: tutti e 35 gli ex ospiti e buona parte del personale si sono infettati e 4 anziane sono decedute. L’Asl aveva preso in mano la situazione e, dopo analisi e approfondimenti, aveva inviato una segnalazione alla procura di Firenze che aveva aperto un fascicolo. Subito dopo, il 24 aprile, dagli uffici comunali era stata emanata un’ordinanza con cui veniva richiesta la "sospensione immediata dell’autorizzazione al funzionamento e dell’accreditamento della struttura".

Un atto che le religiose hanno però impugnato dinanzi al Tar insieme al provvedimento dell’azienda sanitaria con tanto di richiesta di risarcimento danni subiti in seguito alla sospensione dell’attività. L’Asl ha già preso le proprie contromisure dando mandato all’avvocato Paolo Stolzi e lo stesso ora fa il Ccomune di Gambassi Terme. Per la "rappresentanza e difesa tecnica dell’Ente" l’amministrazione Campinoti ha già messo in bilancio 5.582,72 euro a copertura delle spese legali.

Lo stesso Comune non esclude la riapertura della struttura che dal 1943 accoglie anziani autosufficienti e non autosufficienti. Ma l’attività della ’Gino Incontri’ – è spiegato in un aggiornamento dell’ordinanza ‘incriminata’ – potrà riprendere soltanto "a seguito di attestazione da parte della stessa Rsa del ripristino dei requisiti minimi organizzativi (cioè organizzazione del servizio) e del personale (cioè dei livelli di prestazione professionale) e dopo appropriata verificata da parte della commissione di vigilanza". Pertanto lo stop resterà comunque in vigore fino alla verifica da parte della commissione di vigilanza della Asl.

Irene Puccioni© RIPRODUZIONE RISERVATA