CHIARA OTTAVIANI
Cronaca

"Non faccio più forca. Oggi bosco la scuola". E se lei non ti vuole più è la crush che ti ghosta

Leonardo, ventenne di San Frediano, spiega il linguaggio rapido di oggi "Siamo la generazione delle conversazioni brevi, ma amiamo le nostre radici".

"Non faccio più forca. Oggi bosco la scuola". E se lei non ti vuole più è la crush che ti ghosta

Leonardo, ventenne di San Frediano, spiega il linguaggio rapido di oggi "Siamo la generazione delle conversazioni brevi, ma amiamo le nostre radici".

"La mia crush mi ha ghostato! Sono in down totale". Sembra un linguaggio alieno, invece è tutto fiorentino, precisamente di San Frediano ed è figlio della generazione Z. "Noi parliamo il linguaggio dei social anche nella vita vera" racconta Leonardo Margarito. Ventidue anni, nato e cresciuto a Firenze, studia giurisprudenza e probabilmente se si trovasse a chiacchierare con un anziano così come fa con i suoi coetanei, non si capirebbe. "Ogni modo di dire è figlio del proprio tempo e noi siamo la generazione della velocità, delle conversazioni brevi, del linguaggio snello e soprattutto internazionale, che accomuna il milanese, il fiorentino ed il palermitano allo stesso tempo". Si prediligono termini anglosassoni arricchiti da sfumature locali. Un esempio? Ghostare.

"Significa ignorare qualcuno, non rispondere più ad un messaggio, per esempio se vogliamo relegarlo alla temutissima friendzone". Ed eccone un altro, un termine che se lo dicessimo alle nostre nonne ci guarderebbero sconvolte e sicuramente non capirebbero, ma che ormai è entrato di diritto nel linguaggio dei giovani, preso in prestito dall’inglese, come la paggior parte delle parole utilizzate dalla g. Z.

"Friendzone vuol dire zona di amicizia, quindi se sei ’friendzonato’ sei finito in quella zona e non puoi sperare di diventare qualcosa di più. Qualcosa come una Crush ad esempio". Infatti quella che un tempo era l’innamorata alla quale si faceva il filo, scrivendole lettere o aspettandola sotto casa, oggi è la crush che si stalkera, "una ragazza che ti piace e che viene “spiata” sui social". I social sono infatti la vetrina sulla vita di ogni ragazzo, ed il modo di parlare non è che una lente d’ingrandimento. Ecco allora che i “Ricorbori”, le “Ballodole” e tutti modi di dire che avevano una forte matrice dialettale legata al territorio, non potevano che lasciare spazio ad una lingua figlia del mondo, frutto di brevità e necessità di condivisione immediata.

"Usiamo la parola ’skinny’ per definire una persona molto magra, ’triggherare’, (dall’inglese ’trigger’ ovvero grilletto) significa provocare, mentre per dire che qualcuno è rilassato diciamo che è ’chill’, e per fiorentinizzarlo un po’ – spiega Leonardo – l’abbiamo trasformato in ’chillato’. Chi fa qualcosa di ’cring’ suscita imbarazzo mentre chi ’flexa’ si mette in mostra. ’Dissare’, poi, significa insultare qualcuno, ma non in modo banale".

Un minestrone ai quali si fa fatica a star dietro, ma non tutto è scomparso dal florido dialetto toscano. Espressioni come “bona ugo “giro pesca”, “balzare” resistono. "Conservare quei pochi termini che ancora non si sono persi, a volte, ci fa sentire profondamente fiorentini".