Stefano
Cecchi
Certo che le immagini colpiscono e fanno male al cuore. Ci mancherebbe: un venditore abusivo di cianfrusaglie che viene immobilizzato dai vigili urbani sul Ponte Vecchio, le sue grida, la lotta, l’arresto. La violenza, comunque espressa, colpisce sempre chi ha nel cuore una concezione solidale del vivere civile fra diversi. Ma davvero nel caso si può parlare di Firenze razzista? Davvero, partendo da questo episodio, si può etichettare la città come violenta e intollerante? A me pare proprio di no. Intanto quell’episodio lo si poteva evitare semplicemente rispettando la legge. Se il ragazzo avesse mostrato i documenti agli agenti e non li avesse invece spintonati via, quella brutta scena non ci sarebbe stata. Perché in ogni parte del mondo chi rifiuta di farsi identificare rischia il fermo di polizia. E se gli agenti hanno sbagliato nella procedura per immobilizzarlo, sarà un giudice a deciderlo e a sanzionarli proprio grazie alle immagini girate (nella foto un frame) che, paradossalmente, sono la testimonianza che a Firenze vige di tutto tranne che uno stato di polizia. Nelle città intolleranti e razziste non sarebbero certo state consentite le riprese fatte agli agenti con tanto di commenti urlati a corredo: "Guardate la faccia di questo sbirro!"; "Anche te cucciolo, fai un sorriso!"; "Tanto questi due con oggi hanno finito". Con l’estensore del video che si ergeva a giudice popolare con tanto di sentenza già scritta. No, quel video paradossalmente è la prova di come Firenze sia città democratica. Dove un presunto abuso lo si può tranquillamente filmare e documentare, con un magistrato pronto a sanzionare l’eventuale comportamento oltre i limiti delle forze dell’ordine nel nome della legalità. Quella stessa legalità che però la comunità fiorentina intera ha diritto di veder tutelata, anche con presidi di sicurezza qual è il reparto antidegrado dei vigili urbani, lo stesso in azione sul Ponte Vecchio. Per questo, chiederne lo smantellamento è richiesta che fa danno a tutti, soprattutto a quei cittadini più deboli che subiscono angherie quotidiane senza avere una telecamera a documentarle o gente pronta a scendere in piazza per trasformare un episodio discutibile di ordine pubblico in battaglia politica di parte.