La norma regionale contro gli affitti brevi resta in ballo, ma in arrivo c’è una possibile moratoria di quattro anni. Si punta cioè a creare un periodo cuscinetto prima di applicare le nuove regole, soprattutto a tutela di chi sta già affittando un immobile o ha iniziato i relativi iter.
Giornata infuocata di incontri e confronti a porte chiuse, ieri, in Consiglio regionale, per arrivare a un punto d’incontro sulla proposta di legge della giunta Giani per riformare il testo unico del turismo. Una norma fortemente caldeggiata da Firenze (con la sindaca di Firenze Sara Funaro e l’europarlamentare Dario Nardella), costretta a fare i conti con affitti alle stelle e residenti in calo. Ma che è desinata a scontentare una marea di imprenditori e semplici cittadini che hanno investito negli appartamenti da affittare tramite Airbnb e simili.
Così, se l’idea è piaciuta al Movimento 5 Stelle e, per contro, ha fatto infuriare il centrodestra, crescenti mal di pancia si sono manifestati in Italia Viva e fra diversi esponenti del Pd, preoccupati per la piega impopolare che il provvedimento potrebbe prendere. A maggior ragione con le elezioni regionali in vista. Già ieri mattina, a fronte delle prime voci di possibili modifiche, si è svolta una prima riunione dei Dem, alla presenza del segretario regionale Emiliano Fossi, con l’obiettivo di trovare una strada per non snaturale lo spirito della norma. Presenti il consigliere Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo economico, Stefano Bruzzesi, il capogruppo Vincenzo Ceccarelli e il presidente della Regione Eugenio Giani. Poi, per tutta la giornata, è andato avanti il confronto. Ma evidentemente con pochi risultati se, ieri sera, dopo una lunga giornata di tentativi di mediazione falliti, il centrodestra ha presentato 400 ordini del giorno e un centinaio di emendamenti al pacchetto della finanziaria regionale. Una tattica ostruzionistica in grado di bloccare l’aula per giorni, paralizzando il voto della manovra finanziaria.
Così, le riunioni sono ripartite ed è ripreso il lavoro di limatura del testo, portato avanti dal presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi e dal capogruppo Dem, Vincenzo Ceccarelli. "Crediamo che lo spirito della legge vada assolutamente preservato – ha detto Anselmi, fra i più convinti sostenitori del provvedimento – ma vista la sua importanza ci sembra anche giusto tentare la strada del confronto. Se poi non sarà possibile, andremo avanti con nostro impianto".
La proposta di legge della giunta illustrata martedì dava la possibilità, ai Comuni oltre i 50mila abitanti e a maggiore densità turistica (tutti i capoluoghi di provincia, eccetto Pistoia, e con l’aggiunta di Viareggio), di adottare un regolamento con limitazioni agli affitti brevi, vietandoli in alcune aree, subordinandoli a un’autorizzazione di cinque anni, stabilendo un tetto massimo ai giorni e un numero di autorizzazioni per soggetto. Le variazioni previste ieri puntano a togliere il tetto dei giorni e a introdurre delle norme transitorie, soprattutto a tutela di chi sta già affittando. La trattativa si è concentrata quindi proprio sulla loro durata: cinque anni di tempo per adeguarsi la richiesta di Marco Stella (Forza Italia), due la controproposta iniziale del Pd. Il punto di caduta potrebbe essere quattro anni. Ma alle 23 l’accordo non era ancora stato trovato. Stamani si torna a discutere.