Il Passante o nodo ferroviario dell’alta velocità a Firenze è questione antica e costosa. La discussione sul doppio tunnel e sul percorso sotto la città risale ai primi anni Novanta e può vantare qualcosa come 800milioni di euro già spesi. Al netto di un camerone per la stazione sotterranea costruito all’incirca per metà, siamo intorno ai 12-13 metri di profondità rispetto ai 25 metri necessari, e nemmeno un metro cubo di tunnel scavato. E, nonostante i lavori in corso, c’è ancora chi non si è rassegnato e spera che la grande opera non venga portata a termine.
Il progetto rientra in quello più ampio per l’alta velocità ferroviaria e prevede la realizzazione di un nuovo tratto ferroviario sotterraneo dedicato esclusivamente al transito dei treni ad alta velocità. Il tratto ha una lunghezza di circa 9 km e svolgerà una funzione di raccordo tra le linee in alta velocità Bologna-Firenze a nord e Firenze-Roma a sud. Più dei due terzi dell’opera, circa 6 km, sono da realizzare attraverso due gallerie. Il passaggio al tratto interrato è previsto in prossimità della stazione di Firenze Rifredi per poi tornare in superficie nei pressi della stazione di Firenze Campo Marte. Lungo il percorso è prevista la nuova stazione ferroviaria sotterranea dedicata. I due tunnel paralleli avranno un diametro interno di circa 8,3 metri e arriveranno alla profondità massima di circa 25 metri.
Avere binari dedicati all’alta velocità non consentirà solo di risparmiare una decina di minuti nei collegamenti fra le grandi città, il vantaggio più importante sarà quello di decongestinare i binari di superficie che potranno così essere interamente dedicati ai treni regionali. Con una serie di servizi in più per i pendolari.
Di fatto il progetto del doppio tunnel sotterraneo ha già incontrato moltissimi inciampi, anche di natura giudiziaria. Sotto processo è finita anche la prima grande fresa, ribattezzata ’Monnalisa’. Nel 2013 la magistratura fiorentina sostiene che il macchinario non avrebbe mai potuto funzionare perché sarebbe stato costruito con materiale in parte non originale e inadeguato all’intervento. Idem i conci di rivestimento del tunnel: non erano a norma per scongiurare incendi. Anni persi e soldi buttati.
A Campo di Marte però è già arrivata la nuova fresa, quella che davvero, si spera a partire da settembre, come è stato più volte assicurato (dopo decine di precedenti rinvii) dovrebbe iniziare a scavare. Il nuovo macchinario è stato prodotto negli stabilimenti della Herrenknecht a Schwanau, in Germania, si chiama Tbm-epb s957 ed è stata realizzata su misura per il terreno fiorentino. Costo 15 milioni di euro. Ha una lunghezza totale di 110 metri e un diametro di scavo di 9,4 metri. E’ stata studiata per scavare evitando cedimenti di superficie. In ogni caso le abitazioni interessate dal percorso sono da anni sotto osservazione proprio per tenere sotto controlla la situazione.
Paola Fichera