I dipendenti della C.M. Cantini devono aspettare ancora per sperare in un accordo che cancelli i loro licenziamenti. Il tavolo per l’unità di crisi in Regione fissato per oggi è slittato a venerdì, non più in presenza, ma in remoto. Quarantotto ore in più per l’azienda per cambiare idea sulla procedura di licenziamento di 9 dei 25 dipendenti (di cui uno è già uscito dai giochi avendo trovato lavoro altrove).
La storica azienda che realizza trattamenti galvanici su minuteria metallica per pelletteria, calzature e abbigliamento d’alta moda, servendo le maggiori firme italiane e internazionali, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo dal primo ottobre. Il motivo ufficiale è la crisi del settore moda e le attuali condizioni economico-finanziarie molto precarie. Lunedì mattina i dipendenti, sostenuti dai sindacati territoriali dei metalmeccanici uniti Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, hanno protestato di fronte alla sede di Vallina perché – riferiscono i rappresentanti sindacali - "nonostante la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali come il contratto di solidarietà (avendo esaurito la cassa integrazione), suggeriti anche dall’agenzia Arti, la proprietà ha risposto con una "oggettiva impossibilità", senza alcun elemento oggettivo a sostegno di questa scelta".
Una decisione, dicono i sindacati, difficile da comprendere e che sperano possa essere rivista a partire dal tavolo di crisi di domani. La solidarietà ai lavoratori arriva anche dal Pd comunale: "Il rischio di questi licenziamenti va certamente ad aggravare una situazione di crisi del settore, quando invece sarebbe necessario individuare tutte le possibilità per tamponarla, attivando gli ammortizzatori sociali esistenti", dice il segretario comunale Andrea Bencini.