"Il Brunelleschi progettò la rotonda su modello del pantheon romano, noi ne faremo il tempio dei Medici, per fa conoscere la storia delle donne e degli uomini che hanno reso immortale Firenze e la Toscana".
Samuele Lastrucci è il direttore del Museo de’ Medici inaugurato ieri nella storica Rotonda all’incrocio con via Alfani, grazie all’incontro tra l’Anmig e l’associazione Festina Lente. Ed è qui che, con ingresso gratuito per i fiorentini, si racconta la storia della casata più illustre della Toscana, attraverso dipinti, manoscritti, sculture e manufatti. Ogni cappella della Rotonda si sofferma su un capitolo della saga, dall’enorme fortuna accumulata da Giovanni di Ricci prima e da Cosimo il Vecchio poi, passando da Lorenzo il Magnifico e all’ascesa al soglio pontificio del figlio Giovanni, Leone X. E poi Caterina, destinata da Clemente VII, secondo papa Medici, a sposare il futuro re di Francia, via via attraverso i secoli fino all’Elettrice Palatina.
Fra le tante curiosità, anche un ologramma che riproduce tre delle corone portate sulla testa dai Medici, di cui abbiamo traccia solo attraverso i documenti. Numerosi i ritratti di famiglia del pittore di corte Giusto Superman; e poi i sontuosi abiti che segnano lo scorrere del tempo e delle mode. Plastici con tanto di soldatini d’epoca riproducono le battaglie epiche dei Medici, quali lo scontro di Anghiari il 29 giugno del 1440. Medici vuol dire arte ma anche scienza: il granduca Francesco I fu un alchimista di prim’ordine; così come nel 1610 Cosimo II nominò Galileo Galilei “Matematico primario dello Studio di Pisa e Filosofo del Serenissimo Gran Duca”. Una generazione più tardi, nel 1657, Leopoldo col fratello Ferdinando II diede avvio all’Accademia del Cimento, la prima società a carattere scientifico d’Europa. E se il Magnifico fu il primo a celebrare il piacere del vino in versi, fu Cosimo III a dare il massimo risalto ai vini della Toscana. Una teca custodisce la riproduzione del teschio dell’ultimo granduca mediceo, Gian Gastone, realizzato per il museo dall’Università di Firenze, grazie al calco dell’originale rinvenuto nelle Cappelle Medicee di San Lorenzo. La Rotonda ha anche un giardino, dove per secoli i frati hanno coltivato l’orto. Ora vi sono piante provenienti dalla Serre Torrigiani, a ricordare che Cosimo I fondò il primo orto botanico al mondo.