Un teatro accessibile, che sia di tutti. Un teatro che abbatta le barriere, entri a Sollicciano, nelle Rsa, nelle scuole. Un teatro a contatto con le persone. È la visione di Stefano Massini, drammaturgo e scrittore fiorentino, ma soprattutto neo direttore artistico (la nomina ufficiale è arrivata ieri) del teatro della Pergola, dopo una vacatio durata un anno. Ma sarà anche e soprattutto un teatro attento ai delicati equilibri tra esigenze di bilancio e qualità degli spettacoli. Un teatro che per forza di cose dovrà sposare la linea della spending review. A partire proprio dal neo direttore artistico. "Prima di arrivare al Cda, Stefano Massini ha espresso la richiesta di decurtarsi del 20 per cento il compenso rispetto alla precedente direzione artistica. Un valore aggiunto fondamentale", rimarca con orgoglio la sindaca di Firenze, Sara Funaro.
Detto che il predecessore Stefano Accorsi aveva un contratto triennale (scaduto il 31 dicembre 2023) da 100mila euro l’anno, il conto è presto fatto. Più che una nomina, quella di Massini è stato "un lungo corteggiamento artistico alla fine del quale Stefano ha ceduto", svela col sorriso Funaro parlando di "stima, fiducia, esperienza, per le indubbie qualità professionali e artistiche". Prima di accettare, Massini non nasconde di aver avuto dei dubbi, "perché da consulente del Piccolo Teatro conosco bene le dinamiche del teatro pubblico, che comporta certe responsabilità e impedisce di essere un battitore libero". Dubbi che però, giura Massini, esulano dai recenti problemi della Pergola e dalle "capacità finanziarie: non sono uno che fiuta poltrone ricche. E da indefesso difensore dei diritti dei lavoratori ho voluto dare un segnale per quanto riguarda il mio compenso: siamo tutti sulla stessa barca".
Un capitolo a parte lo merita l’affaire Marco Giorgetti, direttore generale della Pergola ormai in rotta con Palazzo Vecchio. ’Riabilitato’ dalle parole al miele di Massini ("non è un manager puro, ha sudato sul palcoscenico. Può essere il partner migliore per me per fare una rivoluzione. Questo vorrei fare"), appare in realtà sempre più all’angolo. In attesa della scadenza del suo contratto, prevista nel 2027? O prima? Lo stesso Massini (il suo incarico durerà 5 anni) evidenzia la centralità del ruolo che andrà a ricoprire: "Non ho competenze di tipo manageriale e mi guardo bene dal simularle". Tuttavia, "confido molto sul mandato forte che mi è stato dato affinché tengano d’occhio il lavoro che provo a fare". In modo che, "qualora necessitasse di risorse in più, sappiano valutare se le merita". E di progetti innovativi ce ne sono diversi in agenda. "Immagino per Firenze un teatro che stia nella realtà – annuncia Massini –, per questo uno dei primi progetti che ho in mente è una grande scuola popolare gratuita di scrittura, che coinvolga persone di ogni età, dai ragazzini ai novantenni, gruppi o cani sciolti, anzi meglio se cani sciolti. Un’iniziativa da tenere la domenica mattina per trasformare Firenze in una città che scrive per il teatro. Perché, come diceva Borges, se ti racconti, ti salvi". La Pergola sarà anche il primo teatro a lanciare un segnale chiaro contro la violenza sulle donne: "Un’iniziativa simbolica ma estremamente importante: trasformeremo quel messaggio all’inizio degli spettacoli, quello che nessuno ascolta più dove si chiede di spegnere il cellulare, aggiungendo che viceversa c’è un telefono che non si spegne mai ed è il 1522". Un teatro che esce dalle sue mura e va in periferia, nelle biblioteche di quartiere, incontra gli anziani delle Rsa e i detenuti: "Ho intenzione di collaborare con Sollicciano, con Careggi e il Meyer perché il teatro vada dentro la città – sottolinea Massini –, se questo vorrà dire fare uno spettacolo in meno ma entrare in contatto con la gente sarà comunque una risorsa ben spesa".
Alessandro Pistolesi