FIRENZECondanne ricalcolate e ridotte nel processo “ter“ per l’omicidio di Duccio Dini, il 29enne che nel giugno del 2018 venne travolto e ucciso nel corso di un inseguimento fra famiglie rom rivali. Come stabilito dalla Cassazione, che ha ordinato un processo d’appello bis per rideterminare la pena per gli imputati accusati di omicidio volontario con colpa cosciente tenendo conto dell’attenuante dell’articolo 116 del codice penale (la norma prevede una sanzione inferiore per chi, come loro, volevano compiere un reato diverso da quello commesso), ieri si è celebrato il terzo giudizio d’appello a carico di tre dei sette imputati. La corte, presieduta dal giudice Anna Mario Sacco, dovendo limare la pena di 22 anni inflitta nella sentenza annullata, si è assestata a 18 anni e due mesi per Amet Kamjuran e 18 anni per Dehran Mustafa: i due si trovavano a bordo dell’auto (uno sul sedile anteriore, l’altro dietro) guidata da Mustafa Remzi (già condannato a 25 anni in via definitiva), che, sbandando alla fine di via Canova, travolse Dini che si trovava fermo al semaforo a bordo del suo scooter. Diciotto anni di condanna anche per Antonio Mustafa, conducente della seconda auto impegnata nell’inseguimento. La corte d’assise d’appello ha disposto il non doversi procedere nei confronti di Amet Remzi, deceduto. Oltre a quella di Mustafa Remzi, sono ormai definitive anche le due condanne a sette anni (per tentato omicidio) di Kole Amet ed Emin Gani, che parteciparono all’inseguimento a folle velocità a bordo di un furgone Opel che si attardò a causa della foratura di una gomma. ste.bro.
CronacaNuove pene calcolate al ribasso. Diciotto anni per chi era in auto