
Nuovi alloggi nell’ex filanda dei monaci
di Fabrizio Morviducci
Via dell’Orto, rilasciati i permessi a costruire. Pronto a partire un intervento di ricucitura del tessuto urbano di Badia a Settimo, con la realizzazione di 35 nuovi appartamenti. Il piano di edilizia privata prevede il recupero della vecchia filanda che apparteneva ai monaci della Badia di Settimo. E non sono mancate le polemiche, all’atto dell’approvazione in consiglio comunale del progetto, da parte dell’opposizione che ha sempre lamentato quella che a suo giudizio è una eccessiva cementificazione su un’area vicina all’antica abbazia millenaria. Ma il progetto, così come presentato dall’amministrazione e dal vicesindaco, Andrea Giorgi, prevede su via dell’Orto altezze uguali alle case che si trovano sul fronte della strada. Altezza di 7,10 metri, 6,80 su via San Colombano. In entrambi i casi un piano più pilotis a terra. Entrando nel progetto, all’interno del complesso ci sono due palazzine di tre piani più pilotis altezza 12 metri, ma non su fronte strada. Un totale di 7902 metri cubi, 2926 metri quadri complessivi di superficie edificabile.
"Ci sono 1471 metri quadri di verde con 22 nuovi alberi – ha detto il vicesindaco, Andrea Giorgi – e oltre 1000 mq di parcheggio pubblico. Ogni appartamento avrà il suo posto auto personale". Le strutture della ex filanda sono state per tanto tempo dimora di senza tetto e sbandati, che ci hanno vissuto per anni. E ovviamente in molti hanno segnalato il degrado, il senso di scarsa sicurezza, le incursioni dei malviventi negli appartamenti.
"Quell’area – ha detto Giorgi - era una ferita aperta per il decoro urbano della frazione. Per me è una fetta di città che viene sistemata". Il terreno sul quale saranno costruite le case era l’unico lotto rimasto non costruito nel mega intervento peep da 300 appartamenti realizzato dalle cooperative a Badia a Settimo. All’angolo fra via dell’Orto e via di San Colombano, l’area è stata svincolata dall’intervento Peep e messa sul mercato per un nuovo intervento. Dopo la fine del consorzio Nuova Badia e il fallimento delle coop edificatrici, l’area è stata messa in vendita con un progetto di edilizia privata. E non è un caso che in questi anni siano stati i privati a operare per il completamento urbanistico di Scandicci, vista la fine del sistema cooperativo per la costruzione degli alloggi in edilizia economica e popolare.