STEFANO BROGIONI
Cronaca

Nuovi atti depositati a Genova. Le confessioni di Lotti nel mirino: "Il furgone la sera prima non c’era"

Gli avvocati del nipote del postino contro la descrizione dei sopralluoghi del ’pentito’: "Inattendibile" .

Gli avvocati del nipote del postino contro la descrizione dei sopralluoghi del ’pentito’: "Inattendibile" .

Gli avvocati del nipote del postino contro la descrizione dei sopralluoghi del ’pentito’: "Inattendibile" .

Come i compagni di merende scelsero e trovarono le loro vittime? "Facendo dei sopralluoghi", disse alla corte d’assise Giancarlo Lotti, rispondendo alle domande sulle fasi preparatorie dei duplici omicidi a cui anch’egli dichiarò di aver partecipato. Secondo quanto riferito da “Katanga“, la banda attiva dal 1982 al 1985 avrebbe colpito ogni qualvolta che si è mossa, senza mai andare a vuoto. Trovando sempre le coppie adocchiate in precedenza. Nella macchina “celestina“ di Claudio Stefanacci (ucciso nel luglio del 1984 assieme alla giovanissima Pia Rontini) o nel furgone Volkswagen dei due tedeschi.

Ma com’è possibile questa precisione del risultato? Davvero i mostri non tornarono mai a mani vuote? E’ una riflessione che hanno fatto gli avvocati Antonio Mazzeo e Valter Biscotti, che in questi giorni hanno integrato la loro richiesta di revisione della condanna del postino di San Casciano Mario Vanni, con un’ulteriore memoria che mira a dimostrare come le dichiarazioni del pentito, cozzino con la logica e anche con alcuni dati oggettivi.

L’obiettivo, nell’ottica della riabilitazione a cui punta il nipote del postino, Paolo Vanni, è portare i giudici della corte d’appello di Genova a demolire, anche con questo ragionamento, l’"attendibilità intrinseca" di cui godette Lotti nei processi che si sono conclusi con le condanne dello stesso Lotti e di Vanni (rispettivamente a 26 anni e all’ergastolo) quali complici di Pietro Pacciani.

Pur con la poca puntualità e la difficoltà espressiva che ha contraddistinto tutto il percorso di collaborazione con la giustizia di ’Katanga’, il testimone-imputato spiegò ai giudici che ognuno dei quattro duplici omicidi in cui si chiamò in correità era stato preceduto da una ricognizione della piazzola. Riguardo a Vicchio, riferì di aver già visto in precedenza la Panda di Stefanacci alla Boschetta. E anche di essere consapevole della presenza del furgoncino dei tedeschi davanti a Villa la Sfacciata.

Ma nel caso di Vicchio, Mazzeo e Biscotti hanno messo a disposizione dei giudici liguri una testimonianza di un familiare delle vittime che afferma che i due giovani non uscivano quasi mai la sera. Inoltre, la notte del duplice omicidio, i due ragazzi erano fuori assieme per pura combinazione: un cambio di turno di Pia e la decisione improvvisa di uscire. E i compagni di merende dopo 70 km percorsi in auto (in un orario incompatibile rispetto a quanto risulta in due “nuovi“ verbali finiti anch’essi nell’istanza di revisione), con la calibro 22 ancora oggi mai rinvenuta, fecero centro anche in quella occasione. Perché Lotti non accennò mai a fallimenti.

Per quanto riguarda il delitto del 9 settembre 1983 a Giogoli, i legali del nipote di Vanni hanno integrato la loro istanza di revisione con il verbale di un testimone che dichiarò che, la sera prima, in quello spiazzo non c’era nessun furgone ma soltanto un motorino. Un articolo di Paese Sera, pubblicato nei giorni successivi, cita persone che avrebbero visto il furgone tedesco in altri luoghi della campagna toscana. Dunque - si chiedono gli avvocati - come avrebbe fatto Lotti ad avvistare prima di quella sera i due stranieri di passaggio, se non erano lì?

L’integrazione va a completare un’istanza di oltre 400 pagine che sarà discussa il prossimo 9 maggio in camera di consiglio. Fulcro dell’atto è la consulenza entomologica, la scienza che studia la fauna cadaverica, che retrodata il delitto di Scopeti al venerdì anziché alla domenica, giorno in cui Lotti colloca lui e i compagni di merende a Scopeti. In questi giorni, il sostituto procuratore generale sta studiando i 34 faldoni del processo “mostro bis“ richiesti ai colleghi di Firenze. I giudici della corte d’appello dovranno valutare l’ammissibilità della richiesta di revisione (reputata “non infondata“ al primo filtro). Un tentativo analogo, nei primi anni duemila, era fallito. Oggi, i legali del nipote di Vanni puntano sui progessi della scienza entomologica tali da equiparare a nuova prova i risultati dell’esperimento condotto dalla dottoressa Fabiola Giusti con l’ausilio del professor Stefano Vanin.