I fiorentini beneficiari dei nuovi Assegno di inclusione (Ai) e Strumento di attivazione (Sa), compresi nel Decreto lavoro del governo Meloni, saranno il 22,4% in meno rispetto al numero totale che aveva accesso al vecchio Reddito di cittadinanza (che sarà abolito a beneficio dello sdoppiamento del sussidio). Un taglio netto alla platea di percettori, che passeranno, in termini numerici, da 16.449 individui a 12.765. Stessa storia anche per i nuclei familiari: quelli che percepivano il Rdc erano 8.304, mentre quelli che accederanno alle due nuove misure sono 7.192. Il cruscotto statistico arriva dall’ultima ricerca fatta dall’Istituto regionale di programmazione economica (Irpet), che prevede tale effetto forbice a partire da gennaio 2024 (data in cui l’Ai dovrebbe entrare in vigore). Secondo le simulazioni, in Toscana il numero di nuclei beneficiari passerà dai circa 53 mila del Rdc ai 44 mila (-9 mila e 600 nuclei, il 18% in meno) con le due nuove misure, di cui 23mila percettori dell’Ai e 21mila del Sa. A livello individuale i beneficiari del Rdc erano circa 101 mila toscani, mentre i beneficiari delle due nuove misure sarebbero 82 mila: 26 mila in meno (-24%). Di conseguenza, le risorse dedicate alla lotta alla povertà subiranno una riduzione di circa 31 milioni di euro (-13%) per effetto di una flessione del numero dei percettori e dell’importo medio.
Ma cosa cambierà realmente? "Il Reddito di cittadinanza era una misura universalistica, destinata a tutti quelli che si trovavano sotto una soglia di povertà – spiega Nicola Sciclone, direttore dell’Irpet –. Mentre nel nuovo disegno di riforma del governo Meloni si introduce una divisione categoriale, come se ci fossero due tipologie di povertà". Inoltre l’Assegno di inclusione "sarà riservato ai nuclei familiari poveri, con meno di 9.360 euro di Isee, in cui sia presente almeno un componente disabile, oppure minorenne, oppure over 60", continua Sciclone. Lo Strumento di attivazione, invece, entrerà in vigore già a partire dal primo settembre 2023, e si tratta di una misura che mira a sostenere l’attivazione nel mondo del lavoro riservata principalmente agli individui tra i 18 e i 59 anni che vivono in nuclei poveri (con meno di 6.000 euro di Isee) che non hanno i requisiti per accedere all’Ai. "Lo Sa può essere percepito per 12 mesi senza rinnovo, mentre l’Ai (godibile per 18 mesi come il RdC) è rinnovabile – con una sospensione di un mese – per altri 12 (e non più 18 mesi)", chiosa Sciclone. Insomma, il cambiamento per i fiorentini ci sarà, soprattutto per gli ’occupabili’: "Da settembre, se il Signor Rossi è disoccupato, è solo, ha meno di 60 anni e non ha gravi problemi di salute si vedrà diminuire il sussidio da 500 a 350 euro al mese, con obbligo di formazione, e per un periodo inferiore ad adesso". Un bilancio aggravato anche dalla fase storica, con "i rincari che si mangiano il potere di acquisto delle famiglie fiorentine", conclude.
Pietro Mecarozzi