Nuovo stop affitti brevi. Il rompicapo dei ricorsi: "Delibera controversa, è leso il diritto privato"

L’avvocato amministrativista Alberto Caretti analizza l’atto del Comune "Si è inteso trattare sotto il profilo urbanistico una problematica che invece ha una valenza che attiene alla libera iniziativa economica".

Nuovo stop affitti brevi. Il rompicapo dei ricorsi: "Delibera controversa, è leso il diritto privato"

Palazzo Vecchio riprova ad arginare il fenomeno degli affitti brevi in centro

FIRENZE

Affitti brevi, nuova battaglia legale in vista. Non ha fatto in tempo a essere approvata in Consiglio comunale, che la delibera di variante al piano operativo che reintroduce il divieto di nuovi b&b in centro storico ha risvegliato la fronda di cittadini, proprietari di appartamenti, società immobiliari e soggetti che fanno delle locazioni turistiche il loro core business. Per la nuova amministrazione guidata da Sara Funaro si prospetta una pioggia di ricorsi al Tar, chiamato questa volta a esprimersi nel merito. Ma, nel concreto, quali sono i prossimi passi? Ne abbiamo parlato con l’avvocato amministrativista Alberto Caretti.

Avvocato, cosa si è innescato con la decisione di martedì?

"È successo quello che la sindaca, da subito, aveva preannunciato: il Consiglio comunale ha approvato la delibera di adozione di un’apposita variante al piano operativo che ripropone il divieto delle locazione turistiche brevi in centro. In altre parole: si inizia da capo".

In che senso?

"Dal momento in cui la delibera verrà pubblicata sul bollettino ufficiale, i cittadini avranno trenta giorni per proporre le loro osservazioni. Nel frattempo, gli stessi cittadini interessati, e quindi molto probabilmente gli stessi che avevano già proposto il ricorso al Tar la volta scorsa, potranno valutare l’ipotesi di ricorrere nuovamente al giudice amministrativo entro 60 giorni".

La bilancia dei diritti verso chi pende?

"Questa delibera, grazie alle famose misure di salvaguardia, impedisce da subito il nuovo insediamento di locazione turistiche in centro. È un atto che può quindi considerarsi già lesivo degli interessi privati. Si tratta di una decisione molto controversa, in quanto con essa il Comune di Firenze ha inteso trattare sotto il profilo prettamente urbanistico una problematica che invece ha una valenza che va oltre, e attiene anche alla libera iniziativa economica dei cittadini e, più in generale, al pieno godimento del loro diritto di proprietà".

Il Tar, questa volta, dovrà esprimersi sulla validità o meno della norma...

"Il Tribunale amministrativo sarà chiamato a entrare nel merito della questione, anche se qualche dubbio sul procedimento, di tipo semplificato, può forse porsi".

Si spieghi meglio.

"Il Comune di Firenze ha adottato la variante sulla base di un procedimento semplificato, che non prevede il previo avvio del procedimento stesso, e che dunque presenta meno garanzie per i cittadini. È un procedimento che è stato deciso in ragione della portata circoscritta della variante medesima, la quale, tuttavia, interviene in modo rilevante sulle destinazioni d’uso consentite nel centro storico, e che, sotto altro profilo, fa salvi senza ulteriori attività tutti gli studi, le ricerche, le indagini istruttorie e gli atti presupposti già svolti al momento dell’adozione della prima variante al regolamento urbanistico, quella di ottobre. Su questi ultimi aspetti qualche dubbio può nascere".

Pietro Mecarozzi