
Oblate, ancora sos psichiatria Senza ricoveri dentro Careggi il pronto soccorso è a rischio
di Ilaria Ulivelli
È ancora emergenza psichiatria. Il caso del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) delle Oblate (gestito dall’Asl Toscana centro), pur essendo all’attenzione dei vertici sanitari, ancora non trova soluzione. Nonostante in tre mesi siano state presentate all’autorità giudiziaria cento denunce per violenza subite dagli operatori sanitari della struttura, ormai esasperati, e nonostante le costanti segnalazioni da parte dei sindacati Cgil e Cisl, la soluzione non sembra a portata di mano.
Nell’area fiorentina ci sono 30 posti letto nelle strutture pubbliche psichiatriche (12 a Santa Maria Nuova, 10 alle Oblate e 8 a Torregalli), che devono servire per gestire i pazienti nelle fasi acute. In base ai parametri di legge ci dovrebbero essere almeno 35 posti, ovvero 0,6 posti letto ogni 10mila abitanti. Invece, nell’attesa di trovare una struttura interna a Careggi che possa assorbire quella delle Oblate, che resta all’esterno e isolata, con tutti i problemi e le difficoltà del caso, i posti a disposizione rischiano addirittura di diminuire. Mentre cresce al richiesta. Un altro problema tra i molti è che manca una struttura psichiatrica di ricovero all’interno di Careggi, cosa che fa rischiare al pronto soccorso dell’azienda ospedaliero universitaria, uno dei più grandi d’Italia, di non riottenere l’accreditamento. Un requisito specifico, infatti, riguarda la possibilità di ricoverare pazienti con problemi di salute mentale in fase acuta: ora i pazienti vengono mandati alle Oblate grazie a una convezione firmata con l’Asl. La clinica universitaria psichiatrica di Careggi ha chiuso la degenza (che contava 12 posti letto) e funziona solo come day hospital, dedicata in particolare ai disturbi alimentari, mentre la tossicologia ha smantellato il reparto (con 12 posti letto) mantenendo 2 posti letto in medicina.
Dopo l’interessamento dei direttori generali di Careggi, Daniela Matarrese, e dell’Asl Toscana centro, Paolo Morello, stanno cercando una soluzione i direttori sanitari delle due aziende.
Al momento le strutture visitate che potevano accogliere il nuovo reparto Spdc sembrano non rispondere alle esigenze, soprattutto per la necessità di fornire una risposta rapida al problema sempre più grave, per evitare che si ripeta una tragedia come quella di Pisa, con l’assassinio della psichiatra Barbara Capovani. La destinazione al quarto piano nell’ex Covid center di Careggi non sembra percorribile, mentre i locali vicino alla medicina nucleare della cittadella ospedaliera hanno bisogno di una ristrutturazione che richiede tempo. In ogni caso se Careggi può ospitare al suo interno una struttura Asl dovrebbe poter ospitare anche la guardia medica, cosa che è stato detto non era possibile.
Complicato anche trovare una soluzione volano, immediata, senza diminuire ancora il numero dei posti letto. Nell’attesa dei lavori era stata proposta una soluzione ponte con cinque posti letto. Che sono decisamente troppo pochi.