Nuovo capitolo dell’Odissea della Variante alla Chiantigiana, 7 chilometri di congiunzione tra Ponte a Niccheri e l’Ugolino per bypassare l’abitato di Grassina che attendono di vedere la luce da oltre 40 anni, ma che tra fallimenti, ricorsi, diatribe non conoscono tregua. A 4 anni dall’inaugurazione della prima pietra, seguita dopo pochi mesi con la revoca dell’appalto, la nuova tegola arriva da motivi almeno apparentemente lontani dalla Variante anche territorialmente: a conclusione del processo originato dall’indagine ’Untouchables’ su appalti truccati tra il 2008 e il 2012, dieci aziende edili di Pistoia sono state condannate in primo grado.
Se 14 loro rappresentanti erano già stati condannati in via definitiva a livello penale, ora si parla della responsabilità amministrativa delle ditte. A tre di queste è stata interdetta la contrattazione con la pubblica amministrazione. C’è anche la Rosi Leopoldo spa di Pescia con interdizione per due anni. Nell’elenco delle ditte condannate compare anche la Endiasfalti spa di Agliana: con la Rosi sono la Rti che ha vinto l’appalto per la Variante di Grassina. I lavori dovrebbero comunque cominciare entro giugno, in attesa del terzo grado di giudizio definitivo. Dipende dai tempi della giustizia: la gara impone 750 giorni per concludere il primo lotto.
L’ultima sentenza potrebbe anche arrivare dopo questo termine. Intanto sul cantiere incombe il ricorso al Tar del secondo classificato: la Polistrade ha chiesto la revisione dei conteggi e l’attribuzione a suo favore dell’appalto da 28 milioni. Se il tribunale amministrativo non ha accettato la richiesta di sospensione, permettendo dunque di partire coi lavori, resta la spada di Damocle della decisione finale sul contenuto del ricorso. "Come Città metropolitana e come Comuni – dice il sindaco di Bagno a Ripoli e consigliere delegato della Metrocittà Francesco Casini (nella foto) – stiamo valutando cosa fare coi nostri legali. L’opera deve andare avanti. Dopo aver superato tanti e continui ostacoli, è diventata una sfida amministrativa che non ha eguali e che pone la necessità di semplificare e accelerare l’iter per la realizzazione delle opere pubbliche: l’Italia deve cambiare passo alla svelta".
Manuela Plastina