CERTALDO (Firenze)"Ogni notte alle 5 mi sveglio e penso a Maati che è stato accerchiato, rincorso, massacrato. Mi immagino la scena: è una tortura che mi porterò dietro per tutta la vita". La mamma di Maati Moubakir, il 17enne ucciso a coltellate all’alba del 29 dicembre a Campi Bisenzio, non trova pace. E ieri lo ha ribadito davanti alle centinaia di persone che si sono date appuntamento a Certaldo per un evento di commemorazione. Parenti, amici – un’infinità – e politici, tra cui il governatore della Toscana, Eugenio Giani, tutti insieme per gridare che "giustizia deve essere fatta", ma anche che chi sa cosa è successo quella maledetta notte parli. "Lo penso a terra sofferente – lo strazio della madre –, accerchiato dal branco, abbandonato dagli amici, implorando di essere lasciato stare perché forse non era nemmeno lui quello che cercavano. È stato massacrato. Gli è stata data l’ultima coltellata, quella mortale, nella totale indifferenza dell’umanità intera".
Giani ha espresso vicinanza e solidarietà alla famiglia di Maati: "Com’è possibile che nessuno abbia visto?". Il sindaco di Certaldo, Giovanni Campatelli: "Mi è crollato un mondo addosso – ha detto alla platea –. Pensavamo di vivere in una realtà diversa e ci siamo trovati immersi in un omicidio efferato, commesso con crudeltà e senza motivazione".
Tra la folla sono spuntati cinque cartelli, uno per ogni coltellata ricevuta dal ragazzo: “Amore“, “Rispetto“, “Empatia“, “Verità“, “Giustizia per Maati“. Diciassette, invece, i palloncini liberati in aria insieme alle lanterne mentre si stava facendo sera prima della messa: diciassette come gli anni di quel ragazzo "sorridente, positivo, spirito libero" che ha tentato con tutte le proprie forze di mettersi in salvo.