REDAZIONE FIRENZE

L’uomo che disegnava le Olimpiadi

L’artista fiorentino Cassioli creò le medaglie fino a Mexico ‘68: un genio dimenticato

La medaglia integrale di Cassioli è stata utilizzata fino al ’68

Firenze, 2 gennaio 2019 - L’uomo olimpionico era fiorentino, si chiamava Giuseppe Cassioli, (1865-1942): artista eclettico, vinse il concorso indetto nel 1925 dal Comitato Internazionale Olimpico (Cio) per realizzare le medaglie dei Giochi di Amsterdam del ’28: oro, argento e bronzo destinati ai primi tre di ogni disciplina e specialità. Disegnò il bozzetto originario in gesso. Più aziende lo corteggiarono per poter fare i punzoni e il conio. La spuntò una ancora oggi esistente, dal popoguerra attiva come «Saf», Stabilimenti Artistici Fiorentini. Le medaglie che celebrano la gloria di Olimpia furono coniate per 40 anni, fino a Mexico City ’68. Poi il Cio le volle in parte cambiare: da Monaco di Baviera ’72, le Olimpiadi insaguinate, a Sydney 2000 il ‘recto’, il verso cioè, rimase uguale. Cambiò (non sempre) il ‘verso’, il retro delle medaglie, il cui disegno fu personalizzato dai vari comitati organizzatori delle sucessive rassegne quadriennali.

La memoria dell’opera di Giuseppe Cassioli, l’artista delle medaglie olimpiche, progressivamente andò perduta. L’hanno ritrovata, recuperata, e tirata fuori dagli archvi impolverati di gloria due appassionati dell’atletica fiorentina: Gustavo Pallicca, storico, statistico, autore di saggi e biografie (di gran pregio quelle sui 100metristi più famosi e - naturalmente - quella su Pietro Mennea); e Marcello Marchioni, presidente dell’ASSI Giglio Rosso, già dirigente del Coni nazionale. Si sono trasformati in segugi dopo che il L’International Olympic Committee di Losannachiese al Coni di ricostruire la storia di Cassioli. Pallicca e Marchioni hanno ‘indagato’. E’ cominciata una ricerca storica sempre piu’ appassionante che ha avuto ad Asciano (Siena) il suo epicentro. Dunque Giuseppe era figlio di Amos, artista apprezzatissimo, originario per l’appunto del paese senese che gli ha dedicato un museo, aperto inaugurato nel ’91. Gli eredi Cassioli lasciarono l’archivio del Maestro al Comune. E con esso l’interio carteggio per la medaglia olimpica. Elisa Rubegni, come volontaria, e l’assessorato alla Cultura hanno favorito in ogni modo i due ricercatori. Che hanno trovato a miniera: a partire dalle lettere anche di altre aziende interessatissime alla coniazione del modello disegnato da Cassioli. Che cercò la ‘perfezione artistica’ anche a costo di non apportare le modifiche indicate dalla giuria. Poi corrispondenza tra Coni e organizzatori dei Giochi del ‘28 e il prof.; il bando gara da lui vinto. La ricerca è stata estesa agli Stabilimenti Artistici Fiorentini, che hanno ancora i punzoni originali.

Così la gloria artistica di Cassioli – fusa in modo indissolubile con la gloria di Olimpia – è riemersa in tutta la struggente bellezza. A fine dicembre ad Asciano si è tenuta una cerimonia: il Comune ha ampliato il museo Cassioli. Ora un padiglione accoglie e celebra anche l’artista delle medaglie olimpiche. Tra i presenti il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, ex praticante e appassionatissimo di atletica; i segugi Pallicca e Marchioni ovviamente. Un membro del Comitato Olimpico olandese. Testimonial dell’evento, un fiorentino celebre, Alessandro Andrei, 59 anni, che vinse l’oro nel lancio del peso ai Giochi di Los Angeles ’84. La sua medaglia è girata di mano in mano in modo che tutti potessero apprezzare lo splendido lavoro di cesello di Cassioli.

giovanni spano