Firenze, 19 gennaio 2025 – Una sinergia che spazia dalla ricerca alle infrastrutture, da una rinnovata attenzione delle zone aspre dell’Appenino alla promozione del turismo fino alle cure riabilitative di una mobilità migliorabile. E insieme un patto di mutuo soccorso, quasi in modalità ’resistenza’ rossa, per medicare le ferite della scure romana sulla sanità. Ciliegina sulla torta: il ritorno di una suggestione che, lavorando pancia a terra, potrebbe forse trasformarsi in qualcosa di più concreto di un sogno: ospitare insieme le Olimpiadi del 2036.
C’è un po’ tutto questo nell’abbraccio – certificato nero su bianco ieri mattina in piazza del Duomo a Firenze – tra Toscana e Emilia Romagna con i rispettivi governatori Eugenio Giani e Michele de Pascale che hanno firmato una lettera d’intenti dalla quale scaturirà un patto triennale “per dare – si legge – una cornice stabile alle relazioni interregionali e per continuare e rafforzare la collaborazione attiva tra regioni confinanti”.
Due regioni “gemelle”, come lo stesso Giani le ha definite, che s’impastano già nei dialetti ibridi del crinale montuoso che sovrasta la Versilia e scivola giù verso l’Emilia da una parte e di là, dove il monolite d’alberi e roccia che è il passo della Colla sbuccia e sventra la ’c’ aspirata e la plasma a scendere nella ’s’ rotonda del primo nord. E allora che intesa sia, dove si può. “Tanti problemi delle nostre comunità possono essere affrontati insieme” sono ancora parole del presidente della regione Toscana che cita la sanità “ai cui servizi teniamo molto tanto da aggiungere risorse nostre ai fondi statali”. “Lo stesso si può dire sui trasporti – aggiunge – con le comuni linee Faentina e Pontremolese. Penso che potremo arrivare ad avere un unico parco nelle zone est, tra il Sasso di Simone e il Simoncello”. Ma il sogno più grande resta appunto uno e uno soltanto, già sbocciato nel 2019 e cioè “l’appuntamento con le Olimpiadi 2036”, quello che “può rappresentare un motivo di unione tra le nostre Regioni”.
“Vogliamo lavorare insieme su temi strategici per le nostre comunità – rimarca de Pascale – Abbiamo bisogno di unire le nostre forze per affrontare con incisività le sfide più importanti. A partire dalla difesa della salute pubblica e universalistica con la necessità di un rifinanziamento strutturale del Fondo sanitario nazionale e la rimozione dei vincoli di spesa per il personale, su cui entrambe le Assemblee legislative hanno promosso disegni di legge di iniziativa regionale. Tema centrale è l’integrazione e la connessione infrastrutturale tra i due territori. E poi il contrasto al dissesto idrogeologico”. Tra gli impegni sulla sanità contenuti nella lettera spiccano la volontà di consolidare le cure e l’assistenza territoriali, la collaborazione tra i Centri di eccellenza, la valorizzazione delle professioni mediche e infermieristiche e la promozione del rifinanziamento strutturale del Fondo sanitario nazionale e la rimozione dei vincoli della spesa di personale. L’integrazione tra i due territori passa attraverso l’impegno sulle Infrastrutture e mobilità. In ambito ferroviario potenziando le linee ferroviarie di collegamento come la Porrettana transappenninica, la Pontremolese, la Bologna – Prato, il collegamento diretto Ravenna – Faenza – Firenze.
Per le aree appenniniche si indicano strategie comuni per servizi a famiglie e imprese e politiche di sviluppo del turismo e dell’agricoltura valorizzando il sistema dei Parchi regionali dell’Appennino. Numerosi gli impegni per la cultura. Tra questi la valorizzazione del Cammino della Memoria “Sant’Anna di Stazzema-Monte Sole”, che lega i due più tragici eccidi nazi-fascisti, e del Cammino della Pace “Barbiana-Montesole”, che lega i luoghi di don Lorenzo Milani e don Giuseppe Dossetti.