OLGA MUGNAINI
Cronaca

Omaggio a Pratolini. Ricostruita la sua stanza al Gabinetto Vieusseux

Inaugurata, con la biblioteca privata, all’archivio contemporaneo Bonsanti. Nella sede di Palazzo Corsini Suarez già si trovano quelle di Arbasino e Pasolini.

Rossi, Bettarini e Nencini con la macchina da scrivere di Pratolini

Rossi, Bettarini e Nencini con la macchina da scrivere di Pratolini

La macchina da scrivere su cui ha scritto “Metello“, i suoi romanzi con la dedica agli amici, fra cui Ottone Rosai, le foto alla Loggia di Piazzale Michelangelo e con la moglie Cecilia e la figlia Aurelia, i suoi manoscritti e l’intera sua biblioteca con oltre 2600 volumi.

All’Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux, in via Maggio a Firenze, c’è una nuova “stanza“ che ricostruisce l’universo di Vasco Pratolini, uno degli scrittori fiorentini che più a saputo raccontare l’anima non solo della sua città, ma di un Paese che a metà Novecento stava cambiando pelle.

La “stanza Pratolini“, con l’arrivo dell’ultima parte dell’intero suo fondo, si aggiunge a quelle già allestite di Alberto Arbasino, Pier Paolo Pasolini e Luigi Dallapiccola, a cui presto si aggiungeranno gli allestimenti dedicati a Pietro Citati, Raffaele La Capria e Federico Tozzi.

Nel frattempo sono ancora visibili sia la mostra dedicata a Cesare Pavese, costituita da lettere e prime edizioni, sia “I tasti della poesia”, l’esposizione delle macchine per scrivere di alcuni dei maggiori scrittori del Novecento: Alberto Arbasino, Pietro Citati, Oriana Fallaci, Carlo Emilio Gadda, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Prezzolini e Alberto Savinio, oltre a quella dello stesso Pratolini.

"Un grande scrittore fiorentino nel pantheon della letteratura italiana. La sala dedicata a Pratolini – dichiara Riccardo Nencini, presidente del Gabinetto Vieusseux – rende omaggio a Firenze, alle sue donne di quartiere, ai tanti Metello che lottarono contro le ingiustizie. Infine al Pratolini che da giornalista seguì anche il giro d’Italia".

"La nuova stanza – spiega Michele Rossi, direttore del Vieusseux –, interamente dedicata a uno dei maggiori narratori della Firenze novecentesca, fa parte del progetto che stiamo ostinatamente portando avanti per far conoscere anche ai fiorentini e agli studenti l’Archivio Contemporaneo Bonsanti, che quest’anno compie cinquant’anni di vita. Un modo per riportare nel cuore di Firenze, a San Frediano, lo scrittore che ha trascorso la maggior parte della sua vita fuori dalla sua città natale".

Pratolini visse a Napoli, Torino e in altri luoghi, ma soprattutto a Roma. La “stanza“ del Vieusseu diventa così una maniera per vedere da vicino i suoi oggetti privati e la sua biblioteca di circa 2.600 libri, provenienti dall’abitazione romana di via Tolmino, donata al Vieusseux dalla figlia Aurelia nel 2010.

In qualche modo è una sorta di ritorno a casa dello stesso Pratolini. E’ dalla sua Firenze, in particolare in via Toscanella, che lo scrittore comincia il ‘suo apprendistato’ culturale, grazie ad Ottone Rosai che fa scoprire al giovane Vasco “i contemporanei”, tra cui le opere di Piero Jahier, Aldo Palazzeschi, Federigo Tozzi, Dino Campana e Giuseppe Ungaretti. Tra i suoi libri, oltre ai classici di secoli passati e quelli del Novecento, si trovano lvolumi d’arte, filosofia e religione, linguistica, teatro, cinema, storia, politica, socialismo e resistenza o su Firenze, la Toscana e Napoli fino alle traduzioni delle opere di Pratolini, presenti in più edizioni e in più lingue.

Tra i testi più tradotti c’è Metello. Il 5 febbraio, nel 70°anniversario del libro edito da Vallecchi nell 1955, ci saranno due visite straordinarie alla Biblioteca Pratolini e ad altre stanze dell’Archivio. Prenotazione all’indirizzo [email protected]