Firenze, 17 aprile 2022 - Sono tempi difficili, tra una pandemia non ancora finita e una guerra che da Oriente rischia di travolgere tutti e sta già uccidendo i più indifesi nelle città ucraine sotto assedio. Ma arrendersi a questa evidenza significa non aver fiducia, non credere alla forza pacificatrice della resurrezione. L’arcivescovo Giuseppe Betori invita a riflettere in particolare su questo aspetto nella Veglia della notte di Pasqua, nel corso della quale è stata accesa quella fiamma, destinata per certi aspetti a essere inestinguibile nella speranza, ma che fisicamente, stamani, farà esplodere, come segno di vita e non di morte, il Carro di Fuoco. "L’annuncio di vita nuova, che la risurrezione di Cristo porta con sé, offre all’umanità uno squarcio di speranza nelle tenebre del nostro tempo. - ha scandito il cardinale - Ne sentiamo particolare bisogno in questi giorni di guerra, in cui sembra che ogni strada umana per il ristabilimento della giustizia e della pace sia preclusa. Una strada d’uscita dell’umanità dalle sue contraddizioni c’è, ed è la strada indicata da Gesù, quella del dono di sé, dei servi fatti amici, dei lontani che si riscoprono fratelli".
«La notte della morte, delle tante ingiusti morti di questi giorni non è l’ultima parola sulla storia umana. - ha proseguito - Ne va denunciata la fonte da cui scaturisce e che la alimenta, cioè il cuore malvagio dell’uomo. Lo ha scritto recentemente Papa Francesco, riferendosi proprio alla guerra in Ucraina: “Ogni guerra rappresenta non soltanto una sconfitta della politica, ma anche una resa vergognosa di fronte alle forze del male“".
Eppure il potere di vittoria sulla morte è più tangibile di quanto s’immagini: "Che l’insegnamento di Gesù sia un progetto affascinante di vita, capace di mostrare quanto pericolosi siano i disegni umani di potere e di possesso e quanto vuoti siano i modelli umani di libertà senza valori e di autosufficienza inappagata, - ha continuato l’arcivescovo riferendosi ai sei catecumeni che hanno ricevuto il battesimo durante la messa - lo dicono a noi questi fratelli e sorelle. Ma non basta un progetto di vita, che non riusciremmo mai ad attuare con assoluta fedeltà e in pienezza. Il Vangelo di Gesù non è una proposta di etica superiore. Il discorso della montagna resterebbe un ideale astratto, impossibile, se non fosse accompagnato dall’annuncio di questa Veglia, che cioè Gesù ha il potere di sconfiggere la morte e noi possiamo partecipare a questa vittoria e vincere anche noi le manifestazioni del male che assediano la nostra vita personale e sociale, fino ad aprirci le porte della vita eterna".
Duccio Moschella