Stefano Brogioni
Cronaca

Omicidio Campi Bisenzio, il 18enne “pentito”: “Mi tolgo un peso”. E va dai carabinieri

L’indagato: “C’ero anch’io, ma non l’ho ammazzato”. Spinto dalla coscienza, e forse anche dall’appello della madre della vittima, il ragazzo sabato scorso si è spontaneamente presentato dagli inquirenti

Firenze, 10 gennaio 2025 – “Devo togliermi un peso”, ha detto ai genitori prima di avviarsi verso la caserma dei carabinieri. Spinto dalla coscienza, e forse anche dall’appello della madre della vittima, il 18enne di Campi Bisenzio sabato scorso si è spontaneamente presentato dagli inquirenti per collocarsi nelle strade della cittadina, per darsi un ruolo in quella rissa culminata nella morte di Maati Moubakir, un ragazzo di qualche mese più giovane di lui.

Un ruolo sì, ma non quello dell’assassino, stando almeno alle sue prime dichiarazioni - che però, come puntualizza uno dei suoi legali, l’avvocato Francesco Tesi, “sono inutilizzabili in un processo, perché fatte con gli investigatori senza l’assistenza di un legale” - che però hanno messo definitivamente gli inquirenti su una strada ben precisa.

Quella di un gruppo di giovani campigiani - hanno tra i 18 e i 22 anni, alcuni italiani di seconda generazione - che si sarebbero radunati all’alba di domenica 29 dicembre nella zona dei giardini della scuola media Matteucci per regolare una questione ancora non chiara, ma futile, con dei rivali.

Quando i carabinieri, ieri mattina, hanno notificato l’avviso di garanzia in vista della ripresa dell’autopsia - prevista per stamani -, hanno perquisito anche l’abitazione del giovane, professione operaio in un’azienda di Campi, e preso un suo tampone per il dna. Non sarebbero stati trovati coltelli compatibili con i fendenti inflitti a Maati, ma gli sono stati sequestrati un casco e il telefono cellulare. “È il più giovane del gruppo, voglio farmi confermare bene da lui cosa abbia detto e se dai carabinieri ci è andato spontaneamente o convinto da qualcuno”, aggiunge il legale, nel mandato difensivo assieme al collega Francesco Ceccherini.

Durante il colloquio con i legali, il giovane operaio campigiano era accompagnato dai genitori, una famiglia conosciuta a Campi. Hanno pianto per tutta la durata dell’incontro. Ma anche i genitori di Maati hanno pianto quando ieri mattina, nella nuova notifica, hanno appreso anche la ricostruzione dell’omicidio fatta dai carabinieri e dalla procura.

“Mi piacerebbe sapere come stanno i genitori di quei giovani che hanno ammazzato mio figlio”, ha commentato la madre Silvia Baragatti, sconvolta nel leggere insieme al padre di Maati, Farid Moubakir, l’atto giudiziario dove compare la prima ricostruzione ufficiale sulle modalità dell’assassinio di loro figlio. “Io come sto? - ha aggiunto - Come una madre che ha perso un figlio”.

Dure anche le parole dell’avvocato della famiglia, Filippo Ciampolini. “Una ricostruzione agghiacciante, il quadro probatorio ipotizzato è di una ferocia inaudita, la famiglia è sconvolta da questa crudeltà”. All’accertamento di stamani, gli indagati affiancheranno alcuni consulenti al medico legale nominato dalla procura.