Firenze, 30 gennaio 2025 – Ci sono altri due arresti per l'omicidio del 17enne Maati Moubakir, ucciso a coltellate all'alba 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio dopo una serata passata in discoteca, fatto per il quale è stata già applicata il 10 gennaio un'analoga misura cautelare a carico di tre giovani indagati.
Questa mattina i carabinieri della compagnia di Signa e del comando provinciale di Firenze hanno dato esecuzione a Campi Bisenzio ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Procura, dal Gip presso il Tribunale fiorentino carico di un 18enne, Diego Voza, e un 20enne, Denis Alexander Effa Ekani, residenti a Campi Bisenzio.
Dopo l'esecuzione del primo provvedimento cautelare, le indagini della Procura, avviate sin dalle prime ore successive all'omicidio, "sono proseguite e sono state sviluppate per la completa ricostruzione dei fatti. Ciò ha consentito - spiega il procuratore capo Filippo Spiezia in un comunicato di rafforzare il quadro probatorio anche a carico dei nuovi soggetti, colpiti dall'odierno provvedimento".
Entrambi i giovani residenti a Campi Bisenzio "sono stati ritenuti gravemente indiziati di aver attivamente preso parte all'evento delittuoso unitamente ad altri 3 correi, e tutti risultano ristretti presso la casa circondariale di Firenze Sollicciano".
Gli accertamenti in merito alla morte del minore hanno, finora, "portato a ricostruire come Maati Moubakir sia stato dapprima inseguito in strada dai 5 indagati, tutti armati di coltelli ed oggetti contundenti, nel corso di una violenta lite originata per futili motivi; successivamente ripetutamente accoltellato in momenti diversi fino a quando, già gravemente ferito, questi cercava di allontanarsi dal luogo dell'aggressione salendo a bordo di un autobus di linea dal quale veniva, tuttavia, fatto scendere con violenza per poi essere mortalmente nuovamente colpito".
Anche ai due nuovi arrestati è stato contestato l'omicidio volontario con le circostanze aggravanti dall'aver agito per futili motivi e con crudeltà, "alla luce della particolare efferatezza dell'azione criminosa, palesata nell'azione delittuosa nonostante la giovanissima età degli indagati".