Firenze, 11 gennaio 2025 – E ora anche gli arresti. Sono scattate ieri le manette per i tre maggiori indiziati dell’omicidio di Maati Moubakir, il 17enne di Certaldo aggredito e finito a coltellate all’alba del 29 dicembre scorso nelle strade di Campi Bisenzio. Nel primo pomeriggio, con un blitz nelle rispettive abitazioni, tutte nel territorio campigiano, i carabinieri hanno notificato l’ordinanza del gip Angela Fantechi sollecitata dal pm Antonio Natale: significa carcere per Francesco Pratesi, 18 anni, Denis Mehmeti, 20, e Ismail Arouizi, 22. Tra i sei indagati, sarebbero le figure “maggiormente indiziate” dell’omicidio del 17enne di Certaldo, aggravato dai futili motivi (una lite per una ragazza) e dalla crudeltà.
E dei tre, la posizione più delicata sarebbe proprio quella di Pratesi, l’operaio di una ditta di Campi che, nella dinamica ricostruita dai carabinieri anche con l’ausilio delle telecamere poste su via Tintori, avrebbe tirato giù brutalmente Maati (già ferito da una precedente aggressione ai giardini della scuola Matteucci) dal bus numero 30, e gli avrebbe inferto da davanti una coltellata al centro del torace, vicino al cuore. Un’indiscrezione trapelata ieri dall’autopsia, alla quale oltre al consulente della procura Susanna Gamba, hanno partecipato anche alcuni medici legali per conto degli indagati.
I tre, che avevano soltanto piccoli precedenti con la giustizia o addirittura incensurati, hanno passato la loro prima notte a Sollicciano. I difensori (gli avvocati Francesco Ceccherini e Francesco Tesi per Pratesi, Sabrina Serroni per Arouizi, Maurizio Nasti e Olivia Nati per Mehmeti) aspettano di conoscere gli atti per giocarsi le proprie carte.
Ma la Procura contesta anche aggravanti da ergastolo. La crudeltà, con cui il giovane sarebbe stato pestato e ferito in una prima fase dell’aggressione (con caschi, bastoni, e un coltello, da chiarire se sulla scena ce n’erano più di uno) e poi barbaramente tirato giù dal bus su cui, già ferito e sanguinante, aveva trovato rifugio.
E i futili motivi: a scatenare quell’alba di violenza sarebbe stata una lite per un apprezzamento a una ragazza. Da questo episodio, si sarebbero formati gruppi (dove ognuno avrebbe concorso al delitto con “condotte differenti ma tutte convergenti”) che si sono radunati ai giardini della scuola Matteucci.
E Maati si è ritrovato improvvisamente solo: ancora oggi, nessuno degli amici con cui quella sera era andato a ballare al Glass Globe, si è fatto avanti con la famiglia. E nessuno, in quell’alba di coltelli e mazze, ha mosso un dito per fermare quel degenero.