STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il femminicidio di Careggi, il nipote ripete la sua confessione: "Mi ha rimproverato e l’ho uccisa"

Nell’interrogatorio davanti al giudice, il 17enne peruviano ribadisce la sua versione. Uno screzio come movente. E’ accusato anche di aver simulato una rapina per allontanare da sé i sospetti

Maria Teresa Flores Chavez, 65 anni, infermiera. E’ stata uccisa dal nipote che aveva in affidamento

Maria Teresa Flores Chavez, 65 anni, infermiera. E’ stata uccisa dal nipote che aveva in affidamento

Firenze, 29 giugno 2024 – «Mi rimproverava sempre...". E’ tra i dissapori e i litigi di un rapporto fra un adolescente difficile e una figura familiare di riferimento, una nonna con la funzione di mamma, che potrebbe collocarsi il movente del femminicidio dell’infermiera Maria Teresa Flores Chavez, avvenuto il 24 giugno scorso in via Niccolò da Tolentino.

Il 17enne, di origine peruviana, nel corso dell’interrogatorio di garanzia di ieri mattina, davanti al gip del tribunale minorile di Firenze per la convalida del fermo, ha infatti confermato quanto già confessato ai magistrati, Giuseppina Mione e Roberta Pieri, e tentato di giustificare l’origine del gesto avvenuto nella notte tra domenica e lunedì scorsi, nell’alloggio di Careggi dove nonna e nipote vivevano.

Il giovane, assistito dall’avvocato Elisa Baldocci, ha ribadito che gli screzi con la nonna erano frequenti. Lo redarguiva per questioni piccole o grandi. O, come forse è successo domenica notte, perché rincasava spesso tardi la sera.

Nonostante l’atteggiamento collaborativo assunto dall’indagato, il pubblico ministero Mione ha chiesto al gip (e ottenuto) la conferma della misura cauterale nell’istituto penitenziario minorile.

Nei confronti del 17enne sussistono accuse pesantissime. Non soltanto di omicidio volontario.

Dopo aver stretto le mani al collo della nonna, l’adolescente avrebbe infierito sulla 65enne attorcigliandole intorno alla gola anche un cavo di un caricabatteria. Ma, secondo la ricostruzione dell’accusa, il ragazzo avrebbe messo in scena una simulazione di una rapina e additato un ladro quale l’autore di una rapina culminata nella morte della Flores Chavez.

A sostegno del suo racconto, il 17enne ha fatto sparire il suo smartphone e quello della nonna, e pure la playstation.

Poi, alle quattro del mattino inoltrate, ha suonato a un vicino chiedendo aiuto. I primi ad arrivare in via Niccolò da Tolentino sono stati i sanitari del 118. Subito dopo le volanti della questura, la squadra mobile, la scientifica.

Ma tante, troppe cose della versione del giovane parevano contrastare con la scena che avevano davanti ai loro occhi. A cominciare dalle mancate effrazioni sulla porta o sulle finestre che il ladro avrebbe dovuto necessariamente compiere per intrufolarsi dentro.