STEFANO BROGIONI
Cronaca

“La zia mi offendeva. Per questo ho sparato”. Whatsapp, i messaggi choc di Mattia Scutti

Il dialogo del giovane con il negoziatore dei carabinieri prima di consegnarsi: “Mi ha bullizzato e sono arrivato al limite”. Il ragazzo è stato in silenzio davanti al giudice: confermata la misura in carcere

Firenze, 22 ottobre 2024 – La prima persona che il 22enne Mattia Scutti ha avvertito, giovedì scorso, dopo aver sparato alla zia Laura Frosecchi, 55, uccidendola dentro il suo forno “Graziella“ di Chiesanuova, è stata una cugina.

Poi, dopo aver chiamato la mamma, ha contattato i carabinieri (“Ho sparato a mia zia uccidendola”, ha detto alla caserma di San Casciano) e a quel punto è iniziata una lunga conversazione su whatsapp durante la quale l’esperto luotenente dei carabinieri Maurizio Neri lo ha fatto parlare, con l’obiettivo di localizzarlo ma al tempo stesso di farlo desistere dai propositi di farsi del male.

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Nelle due foto, Mattia Scutti e Laura Frosecchi, nipote e zia. Il primo ha ucciso la donna nel negozio di lei a Chiesanuova, frazione di San Casciano Val di Pesa

“Mi dà del drogato, dell’ubriacone.. in tutte la maniere mi ha offeso.. Ieri l’altro il mio nonno mi ha dato la schiacciata, alla zia ho detto buona e lei da dietro, ’eccoci sentiamo questo grullo cosa ha da dire ora’. Per questo ho sparato, era fissa ad offendermi ogni giorno che passa, ogni volta”: è questa la sintesi di un colloquio durato oltre due ore; prima che il giovane (che più volte, dal giardino dietro casa dove si era rimpiattato, ha ripetuto di essersi sentito “bullizzato dalla zia” e di voler “stare a casa con la mamma”), consegnasse la pistola e i proiettili che gli erano rimasti, e si facesse arrestare.

Chissà se il movente del delitto è davvero in quelle parole, dette da un giovane problematico, già periziato qualche tempo prima dal tribunale dei minori, o sono frutto di un film dell’orrore proiettato dentro la sua testa.

Di sicuro, quella mattina, Scutti è uscito dalla sua abitazione - di fronte al forno - già armato. Le telecamere della banca di via Volterrana, a metà percorso tra la casa del giovane e il forno della Frosecchi, lo hanno ripreso con una tuta da ginnastica e la pistola in pugno. Il delitto si è consumato in pochi secondi: Scutti passa la prima volta sotto alla telecamera alle 10.53 e 49 secondi, e passa di nuovo, con la rivoltella in pugno, alle 10.55 e 8 secondi.

L’arma. Il 22enne era in possesso di una “Fegyvergyar Budapest”, una semiautomatica di fattura ungherese risalente all’inizio del ’900, calibro 8, regalatagli tempo addietro da un anziano del paese.

Addosso, Scutti aveva pure un coltellaccio. In casa, poi, gli verranno ritrovate altre armi, compreso un vecchio mitragliatore americano della Seconda guerra mondiale.

Gli spari. Mattia avrebbe sorpreso la zia al buio. Nel forno sono stati repertati quattro bossoli espulsi dalla semiautomatica. Sarà l’autopsia, affidata ieri mattina dal pm Benedetta Foti al medico legale Rossella Grifoni, a dire quanti e quali colpi hanno cagionato la morte di Laura, trovata prona a terra, in un lago di sangue, da una cliente entrata pochi secondi dopo l’uscita dalla bottega di Scutti. Il marito di Laura, Stefano Bettoni, e i due figli, Cristian e Gabriel e la famiglia Frosecchi hanno nominato, tramite gli avvocati Francesco Maresca e Sigfrido Fenyes, un proprio consulente, la dottoressa Martina Focardi.

La convalida. Ieri mattina, Scutti è comparso davanti al gip, Gianluca Mancuso, assistito dagli avvocati Francesco Ceccherini e Roberto Cerboni. Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, “Valutiamo di rendere un interrogatorio prossimamente”, dice Ceccherini.

Ma nella strategia difensiva, acquisisce un certo peso una perizia psichiatrica dell’anno scorso, finita agli atti di questo procedimento, che, pur reputando il giovane “non pericoloso socialmente”, ha evidenziato un “disturbo della personalità esplosivo con discontrollo degli impulsi”, e una “impulsività ed esplosività del comportamento in condizioni di stress”.