Firenze, 6 ottobre 2021 - E’ stato estradato in Italia Rassoul Bissoultanov, il ceceno che in un violento pestaggio sferrò pugni e il calcio alla testa che ha ucciso Niccolò Ciatti, 22enne di Scandicci che si trovava in vacanza con gli amici a Lloret de Mar. Era il 13 agosto del 2017.
E’ la decisione dell’autorità giudiziaria tedesca, dopo l’arresto del 3 agosto scorso avvenuto a Kehl, cittadina al confine con la Francia dove Bissoultanov, prossimo al processo per omicidio in Spagna, ma al tempo stesso colpito da un mandato di arresto europeo spiccato dal tribunale di Roma, venne fermato per un controllo.
Dopo la sua scarcerazione, il ceceno aveva comunque l’obbligo di firma in Spagna, ma approfittando di un permesso era tornato a Strasburgo, dove vive la sua famiglia di rifugiati politici, e si era spinto oltre il confine, forse per sottrarsi al processo che comincerà a Girona a fine novembre.
La notizia del sì all’estradizione è stata accolta con "grande soddisfazione" dalla Farnesina e soprattutto a casa Ciatti.
«Non posso dirmi contento, perché contento non potrò più essere da quando ho perso mio figlio - dice il babbo Luigi, simbolo di una battaglia che dura da più di quattro anni - ma questo è l’unico modo per impedire che scappi. Così siamo sicuri che è in carcere e da detenuto verrà processato. Se poi il giudizio dovesse avvenire in Italia, per noi lo stesso. L’importante è che non sia libero".
"I costanti contatti delle ambasciate a Berlino e Madrid con le rispettive Autorità locali hanno consentito di conseguire questo importante risultato, fondamentale per evitare che l’accusato possa sottrarsi alla giustizia", aggiunge il ministero degli Esteri.
Il 26 novembre è in calendario la prima udienza del processo che, a scanso di sorprese, dovrebbe celebrarsi nel giro di una settimana.
Bissoultanov non è l’unico imputato: la famiglia Ciatti è riuscita a non far archiviare la posizione di un secondo ceceno, Movsar Magomadov, presente quella notte sulla pista della discoteca St Trop, locale della località della Costa Brava meta ogni estate di milioni di giovani da tutta Europa.
Per Magomadov, che nel video che immortala Bissoultanov colpire violentemente al capo Niccolò, non sono mai state riconosciute esigenze cautelari. Al contrario del principale imputato, che però a luglio ha beneficiato della scadenza dei termini della carcerazione preventiva (che in Spagna è di quattro anni) ed è tornato in regime di semilibertà. Non è chiaro perché il 3 agosto scorso, dopo essere stato autorizzato dal giudice a tornare a Strasburgo per sbrigare alcune pratiche, si sia spinto in Germania. Ma l’ha pagata cara.