GIOVANNI SPANO
Cronaca

Omicidio Firenze, la testimonianza che inchioda Josè: "Sorella, l'ho ammazzato per difesa"

Il fermo ’per gravi indizi di colpevolezza’ del 21enne figlio della compagna e convivente della vittima. Ma lui nega la versione della congiunta

A destra la vittima Jorge Borja Castillo Ismael con la compagna

Firenze, 27 luglio 2022 - Una lunga notte in Questura trascorsa da sospettato numero uno: Josè Manuel, 21 anni, torchiato dal pm e dalla squadra Mobile per il brutale omicidio a Firenze di Jorge Borja Castillo Ismael, badante peruviano di 41 anni, ammazzato nella casa di via dell’Olmatello 10 con uno-due terrificanti fendenti al petto che gli hanno aperto una ferita profonda 8 centimetri. E’ morto dissanguato, Jorge.

Josè Manuel era il suo figliastro: la madre stava con Jorge. Sentito all’inizio come testimone, ha dato risposte convinte, poi meno convincenti, tra incertezze e contestazioni più evidenti mentre nelle stanze accanto venivano interrogati gli altri testimoni. Una, importantissima. Forse decisiva: la sorella di Josè: "Eravamo tutti in casa, c’è stata una discussione. Ho litigato con mia madre (la compagna della vittima) e sono uscita. Poco dopo mio fratello Josè Manuel è uscito dal portone, mi ha raggiunto e mi ha detto ‘ho difeso nostra madre, l’ho pugnalato, l’ho ammazzato...ora aiutami’.

Ma Josè Manuel ha negato tutto. Nega di aver detto queste parole disperate e preoccupate alla sorella. "Non sono stato io a ucciderlo. Ho rincorso mia sorella, è vero. Volevo farla tornare a casa. Allora sono rientrato io e ho trovato Jorge a terra, agonizzante...". Tra contraddizioni, incongruenze ed evidenze, sono fioccate le contestazioni del pm a tratteggiare una verità ancora non vera. Però verosimile.

Alla fine, albeggiava, il magistrato inquirente Antonino Nastasi ha deciso il fermo di indiziato di delitto ’per gravi indizi di colpevolezza’ nei confronti di Josè Manuel Parco Equizabel, 21 anni, di Lima: il figliastro della vittima. La polizia lunedì sera, poco dopo la scoperta del cadavere, l’ha trovato nelle vicinanze della casa dell’omicidio, al limite della flagranza di reato, tuttavia non è stato arrestato. ’Sentiamoli tutti, prima...’ ha ordinato il pm. Poi gli interrogatori – una persona informata dei fatti è obbligata a rispondere, senza avvocato – e siccome il ragazzo è alle prese pare con problemi di permesso di soggiorno, era doppiamente a rischio fuga, una delle condizioni base che inducono a limitare la libertà personale. Entro 5 giorni da ieri l’interrogatorio di garanzia, forse già tra giovedì e venerdì. Stamani il magistrato affida l’incarico per l’autopsia: potrebbe iniziare in giornata. Il medico dovrà stabilire la natura delle lesioni, cosa ha causato un orribile squarcio nel petto di Jorge, con la recisione netta di un’arteria irroratissima di sangue. Un coltello, ma non è stato trovato. O una bottiglia spaccata, margini di vetro slabbrati, acuminatissimi, micidiali. Sequestrati i vestiti del ragazzo: ci sono tracce nitide, potrebbero essere di sangue, sembrano compatibili. Sullo sfondo il movente: "Futili motivi". E resta defilata per ora la figura della compagna di Jorge Borja Castillo. Il suo racconto del tragico epilogo della serata, del dramma familiare.

Lunedì sera, quasi le ultime luci del giorno. Il 118 chiamato in via dell’Olmatello (è stata la compagna della vittima a chiedere i soccorsi?) arriva, i sanitari vedono lo scempio, viene subito avvisata la polizia. All’ora di cena arrivano le volanti, poi la Mobile, la Scientifica. Quello è un delitto con arma da taglio, è evidente. Quella è una scena del crimine. Cinturata tutta la zona, compreso il cortile interno che dà su via delle Sciabbie, perpendicolare a via dell’Olmatello. Si definisce chi c’era in casa: la vittima, la compagna, i 2 figli di lei, il maschio indagato e la femmina. Altri? Qualcuno si è allontanato? Inizia la lunga notte di interrogatori che porterà al fermo di Josè Manuel.