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Omicidio-suicidio, "Scendo cinque minuti", gli ultimi attimi di vita di Michela

La tragedia di via dell'Isolotto. Il pm dispone accertamenti sull'auto della ragazza uccisa dall'ex marito. Lui aveva forse piazzato un gps sul mezzo, per seguire la giovane

Martina Noli e Mattia Di Teodoro

Firenze, 17 maggio 2016 - "Scendo cinque minuti". Non ha preso neanche il cellulare Michela Noli nella sera in cui ha incontrato la morte. Nella sera in cui il suo ex marito Mattia Di Teodoro l'ha uccisa, secondo i rilievi degli investigatori, con venti coltellate, per poi uccidersi lui stesso. Una furia cieca non troppo lontano dalla casa dei genitori di Michela, dove la ragazza poco più che trentenne era andata a vivere. "Scendo cinque minuti", poi la morte, dopo essere salita sull'auto bianca di Mattia. I due si sono diretti verso via dell'Isolotto, dove lui l'ha uccisa.

I genitori di Michela non si danno pace. Hanno visto la loro figlia salire per l'ultima volta su quell'auto e non sapevano che andava a morire. La mamma ha chiesto di partecipare all'autopsia. Una richiesta che il medico legale ha preferito non soddisfare, sarebbe stato un dolore inutile, troppo grande, in giorni che già stanno mettendo tutti alla prova. Le autopsie sui corpi dei due ragazzi, disposte dal pm Ferrigno e che verranno eseguite dal medico legale Martina Focardi, si svolgono tra martedì e mercoledì. E ci sarà un primo responso più certo su quello che è accaduto nell'auto della morte. Tante persone che conoscevano la coppia si chiedono perché. Si chiedono come sia potuto accadere. 

Come raccontano le colleghe e le amiche di Michela, lei iniziava ad avere paura dell'ex marito, che sembra fosse molto pressante. Ma non era ancora stata presa nessuna decisione da parte della ragazza in merito. 

Il pm ha poi chiesto altri accertamenti alla squadra mobile e, in particolare, un controllo sull'auto di Michela dove, secondo quanto scritto nella ultima lettera di Mattia Di Teodoro l'ex marito aveva piazzato un gps per poterla seguire, per scoprire con chi si vedeva. Domenica mattina si è presentato sotto casa del collega della donna. Sapeva che lei era in quell'appartamento, l'aveva seguita forse proprio grazie a quel dispositivo, e l'ha chiamata al cellulare. A scendere, secondo quanto spiegato, sarebbe stato solo l'uomo che avrebbe tranquillizzato Di Teodoro che poi se ne era andato senza problemi. Resta l'incognita dei messaggi inviati a un amico nei quali annunciava di voler uccidere l'ormai ex moglie e di volersi subito dopo togliere la vita. Gli psicologi, spiega uno degli investigatori, ci diranno che forse voleva essere fermato ma nessuno poteva immaginare un epilogo simile.