BARBARA BERTI
Cronaca

Operai licenziati, l'Ispettorato del lavoro sospende l'attività della ditta

L'azienda aveva licenziato cinque operai via WhatsApp perché avevano chiesto di riposare per Pasquetta

Presidio per i lavoratori licenziati

Campi Bisenzio (Firenze), 26 aprile 2022 - Chiuso il pronto moda di via Carcerina a Campi. La sospensione dell'attività arriva in seguito all'intervento dell'ispettorato nazionale del lavoro che ha rilevato varie irregolarità nella ditta gestita da un imprenditore di nazionalità cinese. Il pronto moda è finito sotto i riflettori nei giorni scorsi quando il sindacato SiCobas ha portato alla luce la vicenda di cinque operai di nazionalità pachistana licenziati via WhatsApp perché avevano chiesto di lavorare otto ore (e non più dodici) e di riposare per Pasquetta. Lo scorso 23 aprile era stato organizzato anche un presidio di protesta davanti alla ditta a cui avevano partecipato un centinaio di lavoratori. "Bene i controlli ma non basta" dicono i SiCobas.

Durante i controlli al pronto moda gli ispettori hanno trovato sei lavoratori (su 13) in nero. Inoltre, due operai cinesi sono risultati privi del permesso di soggiorno mentre un altro con un procedimento di emersione. "Troppe volte abbiamo visto controlli di questo tipo finire per creare più guai agli sfruttati che agli sfruttatori - dichiara il sindacato in una nota -. Gli operai cinesi sono le vittime, le maggiori vittime di questo sistema di sfruttamento. E spesso invece finiscono per essere criminalizzati loro in quanto 'clandestini' al posto del proprio sfruttatore. Questi tre operai hanno diritto ad un permesso di soggiorno per sfruttamento, previsto dalle leggi (inapplicate) vigenti. Come successo alla Texprint".

Il sindacato, inoltre, ribadisce che le sanzioni non bastano. "Le aziende del supersfruttamento non hanno paura dei controlli. Il più delle volte pagano le sanzioni e tornano il giorno dopo a sfruttare. Perché le sanzioni sono semplici cifre di costo da mettere a bilancio. I profitti sono di grande lunga maggiori all'importo delle multe. Lo denunciamo da anni. Su questo continuiamo a richiedere l'apertura di una riflessione seria".

"Ringraziamo il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il ministro Andrea Orlando, che abbiamo informato subito, appena emerse le prime notizie, e ha attivato immediatamente l'Ispettorato del Lavoro per le verifiche. A questo proposito vogliamo appunto ringraziare anche l'Ispettorato Nazionale del Lavoro per l'importante attività che sta svolgendo", dichiarano in una nota congiunta l'assessora al Lavoro della Regione Alessandra Nardini e il sindaco di Campi Emiliano Fossi.

E aggiungono: "Quanto emerge dalle verifiche dell'Ispettorato e dei Carabinieri è estremamente grave e preoccupante. La Toscana è da sempre in prima linea contro ogni forma di sfruttamento lavorativo, impegnata nel promuovere e difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Non ci può essere spazio per situazioni come questa, profondamente lesiva della dignità di donne e uomini. Continueremo a seguire con attenzione l'evolversi degli accertamenti, anche in coerenza con il lavoro che a livello regionale, insieme ai territori, si sta portando avanti proprio sulla prevenzione e il contrasto dei fenomeni di sfruttamento".

Per quanto riguarda i cinque operai licenziati, questi sono ancora fuori dal lavoro. "E l'intervento degli ispettori, purtroppo, non garantisce il ripristino dei diritti minimi all'interno della fabbrica. La battaglia quindi continua, e la politica non deve lavarsene le mani ora" dicono i SiCobas. E a tal proposito chiedono al sindaco di Campi di convocare sindacato, delegati aziendali e azienda a un tavolo istituzionale presso il Comune.

"La vertenza non è risolta, e ha bisogno dell'impegno istituzionale per risolverla" prosegue il sindacato, pronto "a tornare ai cancelli della fabbrica" se necessario. "Il Primo Maggio, invece, manifesteremo a Prato, cuore del distretto del supersfruttamento, con un corteo che partirà dalle 16 dai giardini Carlo Marx. Per dire basta allo sfruttamento nel distretto tessile ed abbigliamento che si estende sulla Piana" concludono i SiCobas.