REDAZIONE FIRENZE

Operato per i calcoli, muore in ospedale

Il paziente aveva 61 anni, presentato un esposto alla procura

Sala operatoria (Foto di archivio)

Sala operatoria (Foto di archivio)

Firenze, 24 ottobre 2018 - Si è sottoposto a un intervento programmato per l’asportazione di calcoli e la rimozione di diverticoli all’intestino, ma è morto poco dopo l’operazione. Una tragedia per la quale i familiari, assistiti dall’avvocato Alberto Corsinovi, hanno presentato ieri un esposto-denuncia alla procura. A perdere la vita, lunedì, nel reparto di terapia intensiva di Careggi, Luigi Esposito, 61 anni, pesatore in una tintoria di Prato, residente fino a poco fa a Campi Bisenzio, dove era conosciutissimo anche come chitarrista del coro di Santa Maria. «Il 18 ottobre nostro padre ha raggiunto il reparto di Chirurgia del San Luca – scrivono i figli Maria Teresa e Luca, nell’esposto presentato con la madre Caterina – per un intervento a diverticoli, colecisti e coledoco. L’operazione si è svolta regolarmente, ma nonostante il passare delle ore, le sue condizioni non sono migliorate». La denuncia racconta di dolori sempre più acuti, fino alla decisione dei medici di effettuare un nuovo intervento. «Solo a quel punto – denunciano i familiari – è emerso che era stato forato il coledoco e che la bile era uscita, causando una grave setticemia». Nonostante il secondo intervento e il trasferimento in terapia intensiva, Luigi non ce l’ha fatta. «Nessuno ci restituirà nostro padre – spiega Maria Teresa – un uomo pieno di vita. Vogliamo che fatti del genere non accadano più». Per capire cosa sia successo, moglie e i figli hanno chiesto «il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia».

«Esprimiamo rammarico per l’accaduto – rispondono dalla direzione di Careggi – e ci mettiamo a disposizione dei familiari unendoci al loro dolore. Abbiamo avviato un approfondimento nell’ambito delle attività del Rischio Clinico. Il caso, particolarmente complesso per la compresenza di varie problematiche per le quali era necessario intervenire chirurgicamente in modo coordinato, ha comportato condizioni avverse che possono essere considerate compatibili con una complicanza chirurgica statisticamente possibile».

Lisa Ciardi