CHIARA CASELLI
Cronaca

Ora il Maggio è più Fuortes. La rinascita dell’ente lirico parte dai conti in ordine

Il cartellone: 10 opere, 25 concerti, due balletti, un evento per ragazzi e altri fuori abbonamento. La soddisfazione del sovrintendente: "In pochi mesi difficilmente potevamo fare meglio".

Ora il Maggio è più Fuortes. La rinascita dell’ente lirico parte dai conti in ordine

Il cartellone: 10 opere, 25 concerti, due balletti, un evento per ragazzi e altri fuori abbonamento. La soddisfazione del sovrintendente: "In pochi mesi difficilmente potevamo fare meglio".

Se la vera novità nasce dalla tradizione e se l’energia si moltiplica nel superare le difficoltà, il Maggio Musicale Fiorentino ha fatto centro. È stata presentata ieri sul palcoscenico del Teatro la stagione 2025: 10 opere liriche, 25 concerti sinfonici e sinfonico corali, 2 balletti, un’opera per i ragazzi, il ciclo domenicale di concerti alle 11 e altri appuntamenti fuori abbonamento. Dopo un anno di commissariamento, una brillante ripartenza primaverile i cui risultati hanno di gran lunga superato le aspettative, una programmazione autunnale che debutta sotto i migliori auspici, il nuovo cartellone rilancia definitivamente l’istituzione sotto ogni profilo.

"Non è un punto d’arrivo – precisa il sovrintendente Carlo Fuortes – bensì un importantissimo traguardo intermedio. In pochi mesi difficilmente potevamo fare di meglio. Ci siamo ispirati alla grande esperienza del Maggio, che fin dal 1933 è depositario di un modello di teatro d’opera che da sempre presenta la grande tradizione operistica del passato con un linguaggio del tutto contemporaneo: un esempio replicato nel tempo da tutti i festival internazionali".

Uno stile che nasce nel 1933, l’anno della fondazione, e da allora intercetta la cultura contemporanea e ne diventa interprete, con nuovi allestimenti operistici e prime esecuzioni italiane di celebri compositori stranieri. Un autentico percorso interdisciplinare, che sperimenta contaminazioni inedite tra arti figurative e performative grazie alla collaborazione con pittori, scultori e artisti contemporanei.

Il cuore della programmazione è, naturalmente, l’87° Festival, che partirà il 13 aprile con Salome di Richard Strauss: regia di Emma Dante e direzione affidata a Alexander Soddy, giovane direttore inglese in grande ascesa, al suo debutto in Italia. A seguire, un’altra perla del XX secolo: Der Junge Lord (1965) di Hans Werner Henze, mai eseguita in Italia in lingua originale: una satira graffiante della società moderna, regia di Daniele Menghini, direzione di Markus Stenz. Infine Aida, diretta da Zubin Mehta in un allestimento di Damiano Michieletto che proviene dall’Opera di Monaco. Sul podio, come sempre, i grandi del panorama internazionale: a fianco di Mehta, direttore onorario a vita, stanno Riccardo Muti, Daniele Gatti, Antonio Pappano, Michele Mariotti e Kent Nagano. E un agguerrito manipolo di giovani e talentuosissimi direttori tra i 20 e i 40 anni.

Firmano le regie, oltre alla Dante e a Michieletto, Mario Martone, Romeo Castellucci, Davide Livermore, Wim Wenders. Tra le voci Anna Netrebko, Jessica Pratt, Pretty Yende, Olga Peretyatko, Olga Maslova, Vanessa Goikoetxea, Monica Bacelli, Marco Filippo Romano, Ian Bostridge, Amartuvshin Enkhbat, Luca Salsi, SeokJong Baek, Celso Albelo, Javier Camarena, Iván Ayón Rivas, Michele Pertusi, solo per nominare i più noti. Fuori dal festival domina il grande Ottocento italiano: Bellini e Donizetti con Norma e Lucrezia Borgia affidate alla esperienza di Jessica Pratt, di nuovo Verdi, con Rigoletto e Macbeth; Puccini con Bohème.

A dicembre un evento unico: la Matthäus Passion di Bach allestita in forma scenica con il grande Kent Nagano, la regia di Romeo Castellucci e la voce di Jan Bostridge. Largo alla danza con il Balletto di Montecarlo: Roméo e Juliette di Prokof’ev e Lac, di Bertrand Maillot da Il lago dei cigni di Cajkovskij. Tra i numerosi concerti, il recital di Anna Netrebko a febbraio e il gran finale, il 19 dicembre, con Riccardo Muti che torna a Firenze per commemorare Vittorio Gui nei 50 anni dalla morte, alla guida dell’Orchestra che ha inaugurato la sua splendida carriera e che oggi è ancora un po’ "sua".