Vichi
Non tutti nel bar facevano caso a quei piedi nudi, e chi se ne accorgeva sorrideva. Il notaio prese la tazzina e si guardò intorno per carcare un tavolo, ma erano tutti occupati. Alzai una mano per attirare la sua attenzione e lo invitai a sedersi con me. Lui mi sorrise e mi venne incontro, appoggiò la tazzina sul tavolo, mise la borsa su una sedia vuota e si sedette davanti a me.
"Una bella città, Firenze…" disse. "Dipende" dissi. "Ci sono stato spesso, in passato, anche se ormai sono diversi anni che non ci vado… Davvero una bellissima città" disse di nuovo. "Un po’ troppi turisti" dissi. "Eh già, la bellezza può essere un problema, anche per una donna" disse il notaio, sorridendo. "In effetti…" mormorai, incapace di intavolare un discorso.
Ero troppo distratto da quei piedi nudi, che mi sforzavo di non guardare. Lui finì il caffè e con un leggero sospiro appoggiò la tazzina sul tavolo, mi guardò accennando un sorriso di saluto. "Le auguro una buona giornata" disse, alzandosi e prendendo la sua borsa. Non potevo lasciarlo andare via senza fargli una domanda… Quella, domanda. "Mi scusi, vorrei chiederle una cosa… Libero di non rispondermi, ovviamente. "Prego" disse lui. "Ecco, come mai lei… Sì insomma… Perché non porta le scarpe?" "Ah, non me n’ero accorto" disse lui, guardandosi i piedi e muovendo le dita, ma subito sorrise. "Scherzo… Anche se ormai non ci faccio più caso. Be’, se ha cinque minuti le racconto una storia." "Certo" dissi, curiosissimo.
Lui appoggiò di nuovo la borsa sulla sedia vuota, e il suo sguardo fu attraversato dalle ombre della memoria.
"A qualche chilometro dalla città ho un piccolo podere, e nei momenti liberi mi diverto a curarlo… Piccole cose, potature facili, qualche pianticella in un orto di pochi metri… Ma non posso fare tutto da solo, non ho macchine agricole, non ho una vera attrezzatura, cerco soltanto di tenerlo pulito e di raccogliere qualche oliva, qualche frutto… Ogni anno all’inizio dell’estate viene da me un contadino con un grosso trattore al quale attacca un macchinario per trinciare l’erba… Un grande attrezzo largo qualche metro che fa un gran rumore, per via di quei martelli di ferro che girano velocemente e tagliano l’erba… Ha presente?"
"Sì sì, più o meno ho capito" dissi, senza però capire dove stesse andando a parare. Il notaio continuò a raccontare. "Insomma, stavamo trinciando l’erba, e come sempre me ne stavo appollaiato sopra una grande barra di ferro di quell’attrezzo… Mi piace sentire vibrare sotto gli stivali quei martelli che girano con violenza, vedere dietro al trattore l’erba tagliata che schizza qua e là e quelle larghe strisce di terreno appena pulito… A un certo punto passammo accanto a un albero di albicocche, la mia frutta preferita, mi sporsi per coglierne un paio al volo… Scivolai e caddi urlando fra il trattore e la macchina per trinciare l’erba… Il contadino non si accorse di nulla, non si fermò, e il fragore della macchina copriva le mie urla di aiuto… In un secondo capii che ero morto… Istintivamente piegai il viso sullo sterno, misi le mani sul capo e le braccia contro il torace, e la macchina mi passò sopra… Tutte le ossa del corpo rotte, frantumate, i martelli non ne avevano risparmiata nemmeno una… e sangue, tanto sangue… I dottori dissero che era stato un vero miracolo, nessuno poteva sopravvivere a una cosa del genere… Per recuperare ci sono voluti due anni, ma ci sono riuscito… Pensi che riesco addirittura a giocare a tennis… Appena mi sono rimesso in piedi, sono andato da solo a fare il cammino di Compostela, a piedi nudi. Dopo quel viaggio non ho più messo le scarpe, per ringraziare Dio, o il destino, o qualunque volontà divina o non divina che abbia deciso di salvarmi. Una sorta di… come dicevo da bambino: un fioretto. Ecco qua" disse lui, per concludere. "Dio mio…" dissi. Era davvero una storia sorprendente. Il notaio si alzò, mi strinse la mano sorridendo e se ne andò sui suoi piedi nudi, che ormai al posto della pianta avevano una suola naturale. Aspettai qualche minuto, pensando a quante storie inimmaginabili si nascondono nel passato delle persone. Poi me ne andai anch’io, portandomi dietro il sorriso di quell’uomo con i piedi nudi.
2- fine