OLGA MUGNAINI
Cronaca

Palazzo Vecchio, restauro da 125mila euro per l'orologio della torre

L'intervento sarà pagato da privati

L'orologio sulla Torre di Arnolfo

Firenze, 6 aprile 2018 - E’ uno dei più grandi al mondo, fra i più antichi e forse tra i più belli. Certamente è un simbolo di Firenze. E come tutte le cose antiche ha bisogno di cure.

E’ così che va in restauro l’orologio della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, con la novità che alla fine dei lavori il congegno diventerà visibile e visitabile anche per i turisti. In particolare, si potrà accedere alla sala dove è conservato l’antico meccanismo che scandisce le ore.

Per intervenire sui delicati e complessi ingranaggi del monumento, scenderanno in campo veri esperti del settore. In più, il restauro non graverà sulle casse dell’amministrazione comunale perchè rientra nel progetto «Flic, Florence I Care», che consente ai privati di finanziare in varie forme i lavori di riqualificazione dei principali monumenti cittadini.

I lavori costeranno 125mila euro e arriveranno tramite erogazione liberale da Giuliano Mazzuoli S.r.l., azienda artigiana operante nel settore dell’orologeria. E ciò con la collaborazione di Andrea Palmieri, maestro orologiaio conosciuto e accreditato nel campo del restauro di orologi antichi, e di Ugo Pancani, tecnico di fama internazionale nel campo dei movimenti per orologeria, già docente di micromeccanica e orologeria all’Istituto Superiore Leonardo da Vinci di Firenze. Il progetto esecutivo è stato approvato nell’ultima seduta di giunta e quindi si può partire.

Il grande segnatempo fu originariamente costruito dal fiorentino Nicolò Bernardo nel 1353, in un’officina dietro al Duomo, che proprio da allora venne chiamata via dell’Oriuolo. Nel giugno del 1500 al fiorentino Lorenzo della Volpaia, famoso per aver costruito l’orologio dei pianeti per i Medici e uno dei migliori costruttori di strumenti scientifici del Rinascimento, fu affidato sia il compito di riparare l’orologio che quello di “temperatore”, incarico che tenne per lungo tempo e trasmise in seguito ai suoi discendenti.

Il granduca Ferdinando II ordinò un nuovo orologio per la Torre, con la specifica che l’orologio rendesse memoria a Galileo ed alle sue invenzioni nel campo dell’orologeria.

E così è stato. In pochi sanno che l’orologio attuale presenta lo scappamento e il pendolo regolatore di Galileo e fu proprio grazie a questo orologio che il granduca pianificò un programma per la regolazione di tutti i segnatempo della Toscana, tramite tavole ideate dal matematico di corte Vincenzo Viviani.

Nel 1665 il granduca commissionò all’orologiaio di corte J.P. Treffler il nuovo orologio. La costruzione, realizzata ad Augusta da Georg Lederle su indicazioni dello stesso Treffler fu completata nei primi mesi del 1667 e lo stesso Treffler lo trasportò, su quattro carri trainati da buoi, nell’estate dello stesso anno a Firenze. L’ultimo restauro con modifica della ruota scappamento risale al 1840 circa, mentre l’ultimo restauro conservativo è del 1990. L’orologio è di dimensioni straordinarie, uno dei più grandi al mondo, circa due metri di lunghezza e larghezza per due metri e mezzo di altezza, composto da due parti: la prima treno delle ruote per il tempo con la particolarità di essere dotato di un’unica lancetta che indica le ore, la seconda treno delle ruote per la suoneria collegata alla campana del Leone (o dei rintocchi) e alla campana del Mezzogiorno.