Gabriele Manfrin
Cronaca

Firenze, quando il turismo diventa soffocante. Le foto di Camilla Fatticcioni

“Cruel summer” è il progetto fotografico che ritrae l’overtourism che stravolge il volto della città

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Una delle foto di Camilla Fatticiconi

Firenze, 25 novembre 2024 – Una città soffocata dal turismo, sempre più simile a una cartolina. Attività e locali piegati alle esigenze dei visitatori, mentre fiumi di persone attraversano il centro armati di schiacciate o di gelati fosforescenti. La trasformazione di Firenze in un ‘prodotto commerciale’, pronto per essere venduto al turista, sembra inesorabile. A tentare di immortalare questo mutamento, ci pensa ‘Cruel Summer’, il progetto fotografico di Camilla Fatticcioni. La reporter, grazie a una serie di scatti, cattura una città sospesa tra il fascino del passato e l’alienazione del presente. E infatti il lavoro, già esposto alla galleria Rifugio Digitale in una mostra collettiva, si presenta come una denuncia visiva dove gli effetti collaterali del turismo di massa vengono messi in primo piano.

Le bancarelle stracolme di gadget, la gente accampata sugli sgabelli portatili come se fosse in campeggio e il cibo dalle tonalità sgargianti che sembra tutto, tranne che fatto per i fiorentini. Come dice il nome il progetto si concentra sull’estate: "La stagione più stereotipata agli occhi del visitatore straniero - spiega la fotografa - La cosiddetta ‘estate italiana’ è diventata un prodotto commerciale a tutti agli effetti. Il turista la compra, l’abbraccia”.

Ed è proprio da questa mercificazione che parte il suo lavoro: "Con il caldo la città assomiglia a un girone dantesco - continua Fatticcioni -  è il periodo più invivibile per i residenti, per chi la abita. E’ la stagione in cui emerge più chiaramente la trasformazione di Firenze in un posto fatto per essere visitato, ma non per essere vissuto”.

Questo “inferno” contemporaneo emerge nitido dalle immagini del progetto: caratterizzate da colori saturi e accesi, quasi finti, con contrasti forti e scene che sembrano oniriche. Ad oggi il lavoro si compone di una ventina di scatti ma è un work in progress e l’intenzione è arricchirlo strada facendo. L’obiettivo è quello di creare un racconto con le fotografie, come lo scatto delle ‘Venere’ in fiamme testimonia. "Uno spaccato della cultura fiorentina che si commercializza e che si corrode”, spiega Camilla, classe 1994, di origine pisane, che prima di approdare a Firenze ha vissuto a Venezia e anche in Cina: “Sono in città da qualche anno ormai - dice - e la vedo profondamente trasformata rispetto a quando venivo da piccola. L’intenzione è proprio descrivere questo cambiamento e lo stress che si prova vivendo in un centro storico sempre più attanagliato dal turismo di massa”.

Un ruolo di primo piano in questa trasformazione, per la creatrice, è stato giocato dai social network. Strumenti che incentivano e spingono all’estremo la cultura dell’immagine. Oggi tutti vogliono lo ‘stesso’ pezzo di Firenze: “Si assiste a un’omologazione delle esperienze - continua la fotografa - Alcune bellezze e qualche locale vengono presi d’assalto. Tutti vogliono la stessa cosa".

Insomma, dietro il successo economico di un turismo apparentemente inarrestabile, Cruel Summer invita a riflettere sulle conseguenze del fenomeno nel lungo periodo. Quale sarà il destino di una città che rinuncia alla sua anima per adattarsi ai desideri dei visitatori? Se il turismo sembra garantire prosperità immediata, quale sarà il costo culturale e sociale per il futuro?