REDAZIONE FIRENZE

Padre Balducci e la cultura di pace

In arrivo il primo volume ispirato all’eredità culturale e spirituale dell’uomo planetario "Ascolto, dibattito e scambio".

Padre Balducci è stato un presbitero, editore, scrittore e intellettuale che ha raccontato la cultura di pace nel suo volume ‘L’Uomo planetario’ del 1985

Padre Balducci è stato un presbitero, editore, scrittore e intellettuale che ha raccontato la cultura di pace nel suo volume ‘L’Uomo planetario’ del 1985

"Non sono che un uomo". Così Ernesto Balducci si autodefiniva, nella sua concezione di "nuova identità di credente" che supera ogni confine geografico, etnico, culturale e spirituale, quell’"Uomo planetario" che ha raccontato in uno dei suoi volumi più noti, ancora oggi più letti e studiati e che, a oltre 30 anni dalla sua morte, è ancora di un’attualità spiazzante.

Oggi il suo ’L’Uomo planetario’, scritto nel 1985, si rinnova nella nuova edizione curata da Pietro Domenico Giovannoni con la prefazione affidata all’arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli. È il primo volume della nuova collana editoriale ‘Per una cultura di pace’, edita da Gabrielli editore e curata dalla Fondazione Ernesto Balducci, che porta avanti l’eredità culturale, intellettuale e delle parole e scritti del padre scolopio.

Collana e libro saranno presentati oggi alle 17 nel Cenacolo del Fuligno (via Faenza) con la presenza tra gli altri dello stesso arcivescovo e del curatore del volume. "Questa collana, da noi fortemente voluta e che ha trovato in Gabrielli editori la giusta casa – sottolinea Grazia Bellini, presidente della Fondazione Ernesto Balducci – nasce per una cultura che dia spazio a pensieri nuovi sul tempo presente, all’ascolto, al dibattito, allo scambio".

La collana prevede la ripubblicazione di alcuni volumi dello stesso Ernesto Balducci grazie alla curatela e prefazione di attenti osservatori della realtà di oggi. Inoltre saranno pubblicati testi inediti di autori contemporanei sui temi cari a Balducci, come l’ecologia, l’uguaglianza, la pace.

"L’abbiamo chiamata "cultura di pace" – prosegue la presidente Bellini - perché è possibile scegliere un altro modo di vivere la storia ed esserne responsabili: la pace come un’architettura, diceva Balducci, della società, della convivenza, difficile e preziosa, fra le diversità".

"Vogliamo così promuovere, come indicava padre Ernesto, uno sguardo ampio, universale e umano, una memoria rinnovata e attiva che sappia leggere nella storia i bivi, i crocevia spesso occultati da una razionalità che colloca nell’inevitabile la scelta del conflitto e della guerra". Alla presentazione, partecipano anche la teologa Cristina Simonelli e il frate domenicano Alessandro Cortesi.

Manuela Plastina